Pragmatic Void

Wild Youth → Energia Nera

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    Le luci della Sala di Meditazione nella Lacrima tremano appena.
    Il portale che si apre davanti a voi ha qualcosa di profondamente disturbante: i margini non collimano con una forma bidimensionale come ti saresti aspettato e il suo centro non è altro che un caleidoscopio di colori privi di senso, dai riflessi insopportabili alla vista prolungata. La struttura che lo circonda, una sorta di cornice costruita dai sigilli di Hybris, dà la sgradevole impressione di stridere contro lo squarcio.

    Ecco. È un buon momento, stando ai miei calcoli. Non dovremmo subire eccessive deviazioni.

    Da ormai qualche ora sta scrutando lo scorrere delle linee, fermandosi a intervalli regolari solo per disegnare diverse formule sui vostri corpi. Che possano sembrare o meno precauzioni eccessive, all'inizio del vostro incontro ti ha assicurato che ogni singolo istante di quella lunga preparazione sarebbe stato fondamentale.
    Ti ha raccontato delle sue esplorazioni, di come anche il suo stesso dominio si sia rivelato più volte una trappola mortale. L'ha fatto con una dovizia di particolari maniacale, soffermandosi sui rischi che quasi sicuramente dovrete affrontare e su quelli che spera di evitare. Quantomeno, questa esperienza ti sta dando una misura concreta di quanto il tuo alleato sia tremendamente metodico.

    Quando finalmente attraversate il portale, le linee che ne fissano il margine cambiano improvvisamente angolazione, contorcendosi a formare una prospettiva apparentemente infinita di segmenti in movimento, come se vi trovaste all'interno di un tunnel di neon e specchi. I colori si alternano voraci, non riuscendo però a spegnere la sfumatura dorata dei sigilli che li attraversano, guidando il vostro passaggio fino al momento in cui ti accorgi che il varco stesso è scomparso. Non c'è stata una vera transizione. Davanti a te si apre un panorama assurdo.

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    Senti dal primo istante che qualcosa sta grattando contro il tuo cervello, o almeno l'impressione fisica è proprio quella. Sei stato avvertito di una simile eventualità. Hybris ti precede e si guarda attorno fino a individuare qualcosa, ignorando la gargantuesca quantità di rovine sospese sopra quello che sembra un grosso turbine di polvere, che in realtà non ruota affatto. Senza esitare si mette a camminare in una direzione piuttosto anonima, del tutto priva di punti di riferimento.

    Siamo in uno dei livelli intermedi. Qui la fisica è un po' confusa, non prestarci troppa attenzione. Dobbiamo scendere pian piano verso universi più profondi, ma per farlo agevolmente dobbiamo allontanarci da queste anomalie senza crearne altre.

    Passo dopo passo, dalla landa polverosa traslate in un semipiano simile a un deserto di sale, poi a colline che sembrano le nocche nodose di centinaia e centinaia di mani consunte. Passo dopo passo, senti distintamente che quel prurito nel tuo cranio aumenta sempre più.

    divider%20him10


    Note Master:
    Prima di incontrare Law hai piena libertà, se vuoi stabilire un po' di setting per Yianni o lo stato dei tuoi studi e fare il punto. Avendo tempo per prepararvi, Law ti ha regalato tutti i buff possibili e immaginabili dati dai sigilli.
    Appena metti piede nel Sottosopra, malgrado tutte le protezioni, senti una pressione mentale che cresce mano a mano che avanzate. Se vuoi durante il tragitto si può chiacchierare un po'; a parte tutto il contorno state facendo una passeggiata abbastanza lunga. Avanzate spostandovi e passando in un altro portale per altre due o tre volte: giocami il viaggetto e fermati pure quando stai per varcare l'ultimo portale.




    Edited by Him3ros - 13/4/2024, 23:13
     
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    Distaccamento del Bhatt, DQI

    L'ispezione è andata bene.
    La base del Bhatt si sta riempiendo sempre di più di individui dotati di cosmo, coltivati con attenzione dalle mani di Adam. Ho visto i primi risultati negli scontri di prova che stanno effettuando, e gli esiti delle simulazioni sono promettenti.
    Ci sono alcune pietre grezze, ma incredibilmente rare. Una di queste è poco più che una ragazza, con un potenziale notevole e un'istinto combattivo fuori dal comune. Adam me ne ha parlato come della sua pupilla. Io ho chiesto di incontrarla in privato.
    Mi raggiunge dopo il suo allenamento nella piccola stanza spoglia in cui mi trovo. È una ragazza magra, eppure muscolosa. Assomiglia abbastanza al soldato che indosso, per quanto lei non sia attraversata da cicatrici e non abbia innesti: ho ordinato che il corpo di questi individui rimanga integro. Non indosso la Kintaral, e quando mi vede quasi sobbalza, per poi abbassarsi in un inchino.
    «Nobile Pleonexía.» Dice, non osando rialzarsi. La lascio per un secondo nella sua riverenza, squadrando ogni suo centimetro.
    «Rialzati.» Le dico, alla fine. Sono abbastanza soddisfatto.

    Anche se sopito, il suo cosmo ha già raggiunto un'intensità notevole, specialmente per una ragazza che non è ancora un'alchimista.
    Lei mi guarda e non riesce a nascondere la confusione sul suo volto. So che, sotto le sopracciglia alzate e la fronte corrugata, si sta chiedendo perché un Sith'ari voleva conferire con lei. Forse ha paura.
    «Jensen mi ha parlato bene di te. Dice che hai molto talento. Volevo verificarlo con i miei occhi.» In risposta alle mie parole la ragazza si rilassa, e noto sul suo viso un accenno di sorriso.
    «Vi ringrazio. Sto lavorando sodo per rendere gli alchimisti fieri di me.» Dice, abbassando di nuovo la testa in un mezzo inchino.
    «Non ho detto che ha ragione.» La mia risposta la gela, bloccandola sul posto. Sgrana gli occhi. Come per sottolineare il concetto - ed è solo un secondo - espando il mio cosmo oscuro, riempiendo l'aria attorno a lei.

    Voglio che percepisca la differenza tra noi, e che la abbia sempre presente durante i suoi allenamenti. Se è davvero una giovane promessa col tempo non la vedrà come una minaccia, ma come un faro da raggiungere.
    «Ma comunque,» schiocco la lingua, ammorbidendo la mia voce «sei senza dubbio promettente.»
    «Come hai visto, però, dovrai impegnarti ancora di più. Il mondo è pieno di individui e di esseri capaci di eguagliare l'emanazione che hai sentito da me. Potrebbero schiacciarti in pochi istanti, per cui non fermarti. Trascina i tuoi compagni, rendetevi migliori. E non considerarti mai davvero completa.» La ragazza annuisce alle mie parole. Si mette sull'attenti, come senza dubbio le ha insegnato a fare Adam. Sento che, in risposta, anche lei ha iniziato a far bruciare il suo cosmo, emanando un'energia non trascurabile.
    «Ho compreso, Pleonexía. Vi chiedo scusa per aver peccato di superbia.» Arrossisce visibilmente: nonostante sia un soldato le sue reazioni sono molto umane, leggibili. Deve aver vissuto a lungo in una comunità, a differenza del corpo che sto indossando ora. Con un cenno del capo le indico che può andare.

    Lei scioglie la posa marziale, girandosi verso la porta.
    «Un'ultima cosa.» Le dico, richiamando la sua attenzione. Lei gira di nuovo il viso verso di me. Mentre parlo plasmo, alle sue spalle, una piccola scheggia d'orium. È affilata e sottile, sospesa a pochi centimetri dalla sua testa. Con un debole impulso la dirigo verso la sua calotta cranica, penetrandola e innestandola al suo interno, senza però intaccare il cervello. Voglio che rimanga intatta.
    ǝɹoןop oʇsǝnb ɐɔı̣ʇuǝɯı̣p
    L'orium stesso le farà dimenticare il dolore che la ha causato la scheggia entrando nel suo cranio.
    «Sanguini. Devi esserti ferita durante l'addestramento. Vai in infermeria.» Le indico la nuca; lei la tocca con la mano, portando davanti agli occhi due dita sporche di sangue fresco. Annuisce piano, congedandosi. Rimango solo nella stanza.
    Le mie ricerche sono sempre più rischiose. I nemici che affronto sempre più potenti. Ho bisogno di una rete di salvataggio, e questa volta non sono disposto ad aspettare duemila anni. Riprenderò questa alchimia al mio ritorno, ma questo è il primo seme che ho piantato. Non mi sono affezionato al disgustoso sacco di carne che indosso. Presto o tardi potrei doverlo cambiare.
    Questa volta mi assicurerò di scegliere io il mio nuovo corpo.

    Sala di Meditazione, Lacrima

    Il tempo passa lentamente.
    I sigilli che ci circondano sono sempre più complessi. Le linee si intrecciano, e devo respirare a fondo per superare la mia naturale avversione per quel potere.
    In fondo, nemmeno io posso negare i suoi benefici. Hybris mi mette in guardia, più volte, su ciò che dovremo affrontare nel Sottosopra. Io lo ascolto, a occhi chiusi, come in una profonda meditazione. Visto che le informazioni sono molte e la preparazione è lunga, ne approfitto per sollecitare le mie reazioni mentali.
    La mia mente sarà quella più sotto pressione, in quella dimensione. È probabile che, per condurre le nostre ricerche, dovremmo restarci per più ore - forse giorni. Mi assicuro che le mie onde psichiche siano intense. Genero e disfo costrutti d'orium davanti a me, muovendoli ritmicamente nelle loro componenti atomiche.
    «Sono pronto.» Rispondo a Hybris, riaprendo gli occhi e fissando il portale davanti a noi. Mi alzo in piedi, richiamando in quel momento la Kintaral, che si sovrappone ai sigilli sul mio corpo, rendendoli più difficili da raggiungere e da spezzare. Ciò che vedo oltre il portale è disturbante, privo di punti di riferimento.
    Lo varco prendendo un profondo respiro.

    Sottosopra, livello intermedio

    Lo sfasamento dimensionale è fastidioso, mi disorienta.
    Ho attraversato un gran numero di dimensioni, con i miei poteri, ma non avere il controllo è frustrante. Ho solcato dimensioni cadute, mondi in pezzi, abissi oscuri e distese lucenti, ma nulla mi ha restituito la confusione mentale che mi assale non appena mettiamo piede nel Sottosopra.
    Ovviamente ero stato preparato a questo, ma le parole possono descrivere le sensazioni solo fino a un certo punto. Qualcosa preme dentro il mio cervello, ma non è come quando mi sono risvegliato con dei frammenti d'orium conficcati nella mente. Non è una sensazione fisica. È più... un impressione. Un condizionamento mentale.
    Non provo a dare un senso a ciò che vedono i miei occhi. Inizio ad avanzare, seguendo Hybris nel suo movimento attraverso la terra polverosa in cui ci troviamo. Nonostante il nostro spostamento, mi sembra quasi che le rovine in cielo non si allontanino mai.
    Misurare il tempo ha poco senso. Il sole, qui, non tramonta e non sorge. Lo scenario è desolante, la pressione sulla mente cresce a ogni passo. Non ci sono pericoli immediati, però, attorno a noi.

    Le nostre capacità cosmiche sembrano tenere lontani gli orrori che potrebbero volerci colpire. Ma un normale alchimista, gettato qua dentro, sopravvivrebbe per poco tempo.
    Un altro portale ci conduce ancora più a fondo, in un deserto fatto di dune così bianche da dover tenere socchiusi gli occhi. Il sigillo che potenzia le mie capacità mentali inizia a essere sempre meno efficace, o forse semplicemente non può schermarmi di più. Decido di fare un tentativo, estendendo le mie onde psioniche come se dovessi difendermi da un'illusione o da un'influenza mentale.
    L'esperimento ha successo, donandomi un po' di sollievo. Eppure richiede uno sforzo attivo: devo continuare a bruciare il mio cosmo oscuro, perché ho la netta sensazione che il Sottosopra stia già cercando di erodere la mia difesa mentale.
    Per un po' la mantengo attiva, come se fosse una sfida a quella stessa dimensione. Non è un consumo intenso, ma è prolungato e comunque stancante. Dopo un altro lasso di tempo rilasso le mie onde psichiche. Ho avuto un po' di sollievo, ma più andremo a fondo più avrò bisogno del mio cosmo intatto.
    Subito la sensazione al cervello ricomincia.

    0qVuOPt


    Cammino su rocce sospese in aria, su forme che ricordano le dita di mani raggrinzite.
    Non mi sono ancora imbattuto nell'oggetto della mia ricerca, nonostante io sia sicuro di riconoscerlo non appena nel mio raggio visivo. L'orium nativo è ancora distante. Dobbiamo andare più a fondo.
    Vorrei dire di starmi abituando al disorientamento del Sottosopra sulla mia mente umana, ma è qualcosa di progressivo, che cresce senza poter essere somatizzato. Nonostante il viaggio sia lungo, questa sensazione mi lascia ben poca voglia di conversare. Del resto stiamo ancora attraversando lo spazio, e non so dire quanto sia distante il mio obiettivo.
    Sarebbe più veloce spostarci nello spazio in volo oppure teletrasportandoci, ma immagino che questo potrebbe provocare una delle anomalie di cui ha parlato Hybris. Meglio essere cauti. Del resto questo posto non ha regole, nonostante i Sith'ari dei Gemelli provino a tracciare da millenni delle tendenze e delle correlazioni.
    Scendiamo sempre più a fondo, fino a quando non raggiungiamo un luogo adatto ad aprire un altro portale. La sensazione si è fatta più insistente. Vorrei scoperchiarmi la scatola cranica e grattarmi l'interno del cervello.
    Respiro profondamente. Il viaggio è appena iniziato.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Buff da sigilli (cosmico, fisico, mentale e spirituale). Primo disorientamento mentale.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Piccolo foreshadowing e poi erasmus nel Sottosopra.
     
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    II




    Dopo l'ultima traslazione non sapresti dire da quanto tempo state proseguendo, privo come sei di qualsiasi riferimento. Perfino se ti metti a contare, secondo per secondo, a un certo punto ti sembra che i numeri non abbiano più senso. Il tuo accompagnatore aveva accennato qualcosa riguardo all'inconsistenza dei metodi di misurazione convenzionali all'interno di quel proto-Multiverso.
    La tua mente arranca, sempre più sotto pressione come in una lenta asfissia. In questo luogo i tuoi pensieri sono pesanti, macchinosi.

    Ho trovato questa formazione tempo fa. Ne ho usato un frammento per modificare la struttura della mia Kintaral.

    Inizi a sentire qualcosa. Polvere nera si mischia al suolo grigio e impalpabile, simile a cenere. Residui di Orium, granelli fini quanto sabbia o piccoli cristalli negli angoli bui. Ne individui diverse tracce ovunque si posi il tuo occhio. La pressione si fa più affilata, una punta che incide precisi segni sugli strati più esterni della tua coscienza. Parole. Concetti. Non sussurri, ma grida. È davvero difficile ignorarle.

    Al tempo potevo vederne solo una parte. Non riuscivo a capire come sollevare il velo.

    Arrivate al limite di un cratere, tanto perfetto che sembra levigato a mano. La conca è ricoperta dalla polvere e da incrostazioni rossastre che ricordano il sangue rappreso. Hybris si ferma improvvisamente, alzando lo sguardo verso un punto imprecisato del cielo.

    Ah, ecco dove si è cacciata.

    In un primo momento non capisci a cosa si riferisca. Vedi solo le strane sfumature del cielo opaco e chiazzato, punteggiato da spaccature e squarci che danno su profondità stellari ancora più lontane. Il suo cosmo vi circonda, spazzando l'area circostante. Pochi secondi dopo la tua prospettiva si ribalta. Siete quasi a testa in giù. L'abisso che si apre sotto di voi (o sopra?) si estende fino a perdersi nel buio più completo. Enormi sferoidi vagano in ampie orbite che si intrecciano apparentemente senza scontrarsi. Al centro, come un sole nero e solido, ruota pigramente il più grande ammasso di Orium che tu abbia mai osato immaginarti. Non ne riesci a stabilire le dimensioni reali. La superficie è cangiante, in qualche modo riesci a capire con estrema facilità che l'effetto ottico è dato da formazioni cristalline che si orientano in angoli diversi a seconda della vicinanza degli altri planetoidi. Irradia una presenza spaventosa, tale da distorcere lievemente i contorni della sua stessa massa. Non cosmo, ma pura energia psionica.
    I margini del tuo campo visivo iniziano a tremare, a confondersi col nero vorticante che rinchiude tutto lo straordinario sistema.

    Da una prima stima delle distanze e delle dimensioni relative di quei corpi puoi intuire che il loro moto non abbia nulla a che fare con le normali leggi fisiche. Il planetoide con l'orbita più ampia è poco più che materia inerte che si limita a ruotare esponendo al centro sempre la stessa faccia, ricoperta da cristalli. Quello più vicino, invece, è puro quasi quanto l'ammasso centrale. In tutto puoi contare più di una dozzina di pseudo corpi celesti grandi e piccoli: di questi, solo quattro o cinque seguono orbite facili da tracciare, anche se tutte su piani differenti; gli altri, insieme a innumerevoli frammenti informi, seguono traiettorie erratiche. Ti sembra addirittura che alcuni di essi cambino totalmente posizione non appena distogli lo sguardo per focalizzarti su altri elementi di quell'assurda sfera armillare.

    Sta a te, Pleonexía...

    Hybris sembra teso, come se stesse sostenendo uno sforzo notevole. Puoi capirne almeno una parte, dato che anche la tua psiche sta subendo un'erosione sempre più violenta di secondo in secondo. Si siede al centro esatto della conca. Dal suo corpo si diramano centinaia di linee. Alcune rimangono sospese attorno a lui, altre si aprono a raggiera sul fondo del cratere, sollevando nella loro espansione gran parte della polvere, fino a perdersi oltre la curvatura del terreno. Sul bracciale della tua armatura compare un sigillo rotante, composto da tre cerchi di raggio diverso che si intersecano a intervalli regolari. Non sai come, ma riesci a interpretare le informazioni iscritte dalle formule: stanno indicando lo scorrere del tempo.

    Oggi posso concederti solo tre ore. Non riuscirò a garantire la stabilità di questo piano più a lungo. Cerca di non perderti.

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    Note Master:
    Praticamente hai di fronte un piccolo sistema solare (o un atomo, visto il comportamento dei singoli elementi). Il nucleo al centro è Orium purissimo ed emana una quantità spropositata di energia mentale super densa, mentre i "pianeti" sono composti anche da altro o addirittura solo ricoperti, meno puri mano a mano che si allontanano. La fisica qui ha davvero poca presa, quindi la stima delle dimensioni cambia continuamente (si passa da un momento all'altro da poche centinaia di metri a diverse migliaia di diametro già per il più piccolo. Decidi come e dove iniziare il tuo studio, considerando che la pressione mentale è ancora sopportabile nei pressi del pianeta più lontano e diventa sempre più insostenibile andando verso il nucleo-sole. Se hai bisogno di specifiche o vuoi inserire interazioni dirette chiedi pure. Fermati quando sarà passata un'ora circa.




    Edited by Him3ros - 24/4/2024, 08:39
     
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    Lo vedo davanti a me, dopo che il mondo si ribalta e un altra scarica di energia psichica prova a logorarmi la mente. Nonostante il fastidio, rimango a bocca aperta.
    «Meraviglioso...» Sussurro, perdendomi a contemplare il più grande ammasso d'orium che potrò mai vedere. Ruota su sé stesso come una stella, circondato da un sistema di numerosi pianeti, satelliti e asteroidi. Tutto ciò che ruota attorno a quel sole d'orium lo fa non per forza gravitazionale, ma psichica. La pressione mentale che ho avvertito fin dal mio ingresso nel Sottosopra, qui, è molto più intensa.
    Le parole di Hybris mi arrivano alle orecchie, ma ci metto qualche secondo per calcolarle e comprenderle. Anche solo staccare gli occhi da quel sistema perfetto - per quanto erratico - mi richiede di scrollare piano la testa, concentrandomi sul mio compagno.
    «È più di quanto sperassi, ma meno di quanto avrò bisogno. Comunque, ti ringrazio.» La mia voce è stanca come la sua. La pressione mentale sta scavando su entrambi: forse per per lui è perfino peggio, visto che deve stabilizzare anche la mia presenza qui. Mi assicurerò di ottenere dei risultati.

    Ho tre ore di tempo. Dedicherò i primi minuti ad assimilare quante più informazioni teoretiche e speculative possibili.
    Sono ai margini di questo strano sistema stellare, e di nuovo allungo lo sguardo verso il suo sole d'orium. È distante, ma non fisicamente irraggiungibile con i miei poteri. Ma, se ci provassi, so che non sopravviverei allo spostamento nello spazio. Anche da qui capisco che sono di fronte a un fenomeno molto diverso dall'orium che io controllo. Non si tratta dei sussurri con cui ho imparato a dialogare: se quell'ammasso parla, lo fa in una lingua che non comprendo - e che forse non comprenderò mai.
    Mi chiedo se esistano altri depositi di orium così grandi nel Sottosopra. Mi chiedo, perfino, da quanto tempo esista in questo piano: potrebbe essere questa, la fonte in cui si è imbattuto Neshaals dei Gemelli?
    Scuoto piano la testa: devo attenermi a ciò che posso vedere e studiare in questo momento. Dall'ammasso centrale passo a guardare i corpi più esterni.
    Individuo numerosi motivi di interesse.

    Seguo con lo sguardo le ellittiche dei corpi più esterni.
    Alcuni di quegli oggetti hanno delle orbite comprensibili, regolari. Altri seguono traiettorie più confuse, perfino scompaiono non appena li perdo di vista, per poi riapparire dove non dovrebbero, molto più avanti o indietro nel loro ciclo.
    Alcune lune, quando sbatto le palpebre, smettono di orbitare attorno a un pianeta per spostarsi su un altro. Ho approfondito qualcosa del genere, con Ch.Or.O.S.; meccanica quantistica. Il comportamento di alcune di queste sfere sembra avvicinarsi a quelle leggi, ma anche questa è un'approssimazione umana dell'incomprensibile.
    I corpi più esterni sono quelli più sicuri, dove l'orium nativo è presente solo in cristalli sparsi sulla superficie. La sua purezza cresce avvicinandosi alla stella centrale, dove immagino anche la pressione mentale risulterà insostenibile.
    «Cercherò di avvicinarmi il più possibile.» Dico a Hybris e a me stesso. Le mie prime superficiali impressioni dovranno bastare: devo dedicare tutto il tempo che mi rimane alla pràxis. Mi concentro sul pianeta più esterno, quello più stabile.


    CONTATTO

    Lo sfasamento spaziale mi richiede di calcolare la traiettoria.
    Non posso affidarmi alla mia comprensione istintiva delle distanze. Quando poggio i piedi sulla superficie del pianeta più esterno subito il martellare sulla mia psiche si fa più pressante. Non proviene dal pianeta, di per sé, ma è il risultato della maggiore vicinanza al nucleo di questo sistema.
    La superficie su cui mi trovo è polverosa, in gran parte inerte. L'orium è presente in piccole formazioni cristalline, ma non è preponderante. Cammino sulla terra e sollevo piccoli sbuffi di polvere, avvicinandomi a una roccia su cui crescono degli innesti di orium. È diverso dal minerale sintetico che possono generare io, ma molto meno puro e caotico di quello che compone il sole nero.
    Allungo una mano, passando le dita coperte dalla Kintaral sulla superficie liscia dell'orium. È strano, ma percepisco istintivamente che mi respinge, si ritrae al mio tocco. Non è qualcosa di fisico, ma che si manifesta in altre grida nella mia testa.
    Mi chiedo se Liriya, all'apice del suo potere, avrebbe potuto avvicinarcisi senza timori.

    Non importa. Sono qui per accrescere la mia alchimia.
    È quello che intendo fare, anche a costo di mutilarmi. Appoggio il palmo sull'orium. Un impulso mentale mi fa girare la testa e mi costringe per un istante a chiudere gli occhi. Non mi fermo. Sono il Sith'ari dell'Ariete, e imparerò a padroneggiare quest'arte antica millenni. È il mio retaggio.
    Dirigo un impulso mentale verso la formazione cristallina, comandandola come se fosse il mio orium sintetico. Le ordino di sollevarsi dalla roccia in cui cresce, compattandosi in una perfetta sfera fluttuante. Un ordine semplice, qualcosa che farei senza fatica con il mio elemento.
    I cristalli vibrano, poi si sollevano in aria. Assecondano il mio movimento, ma per riuscirci devo bruciare più cosmo oscuro di quanto pensassi. Alla fine faccio cadere a terra la sfera, che si frantuma in mille frammenti appuntiti: reggerla in aria era troppo faticoso. Eppure, anche se la pressione mentale è appena aumentata, sorrido. Ho concluso il primo esperimento con successo.
    Ora devo continuare.


    DEDUZIONE

    Questa volta lo spostamento spaziale non riesce.
    Volevo trasportarmi su un pianeta più vicino alla stella, pur rimanendo nella fascia più esterna del sistema. Eppure, quando sono riapparso, il pianeta era notevolmente più piccolo, facendomi ricomparire nella sua orbita, a un passo dallo spazio vuoto tra un oggetto e l'altro.
    La presenza di un osservatore consapevole cambia la struttura di questo luogo. Il fatto è, penso mentre galleggio placidamente, che nello spazio infinitesimale in cui mi teletrasporto non sono più lì a osservare.
    Il tempo e lo spazio hanno ancora un valore, qui, ma seguono delle regole confuse e mutabili. Allungo la mano verso il bracciale della mia armatura, per cercare un riferimento preciso. La prima ora è già percorsa a metà.
    Devo avvicinarmi di più al nucleo, e devo farlo senza perdermi nello spazio distorto in cui mi trovo. Mi chiedo se Hybris ora può vedermi. O se, prima o poi, lo strano comportamento quantico della materia che mi circonda inizierà a valere anche per me.
    Questa volta mi avvicino alla superficie spingendomi con le mie onde mentali.

    0qVuOPt


    Lo stesso utilizzo della psicocinesi, in parte, rallenta la sensazione di pressione sulla mia mente.
    Ho già sperimentato quella difesa, ma non voglio farci troppo affidamento: mi servirà quando sarò più vicino. Già qui, nella fascia più esterna, la mia mente è sottoposta a una sollecitazione continua.
    Eppure, rifletto toccando terra, ci deve essere un modo per costringere quell'orium a rispondere a me. Oculus, che per primo è entrato in contatto con l'Orium, deve essere partito da ammassi cristallini come questi. Incredibilmente puri, incredibilmente caotici.
    Respiro a fondo. Su questo pianeta il minerale è più diffuso. È un buon punto per portare avanti le mie ricerche. Alzo lo sguardo verso una luna che so che scomparirà non appena allontanerò gli occhi.
    Non posso replicare l'Alchimia di Oculus. Non ho modo di imitarne le condizioni; la sua consapevolezza cosmica era vicina al divino. Mi avvicino al bordo di un cratere pieno d'orium. Quello che posso fare, rifletto, è imbastardire l'orium puro, calcolando con precisione in che percentuale deve essere sintetico per poter rispondere ai miei ordini.
    Mi avvicino con il mio impulso mentale a una formazione cristallina. La stacco dalla parete del cratere, portandola a me.


    MANIPOLAZIONE

    Quattro cristalli d'orium galleggiano davanti a me.
    Non ci sto interagendo direttamente: mi limito a lambirli con il mio potere mentale. Non mi respingono, perché non sto provando a manipolarli in modo diretto, come farei con il mio orium sintetico. La psicocinesi, in questo, è un'ottima via di mezzo.
    Dirigo un altro impulso psicocinetico, questa volta per incrinare i cristalli. Si spaccano sotto il peso della mia forza mentale. Continuo a tenerli in aria, perdendomi nei loro riflessi. Con cautela inizio a plasmare, attorno ai frammenti, della polvere di orium sintetico, fino a quando non li avvolgo completamente.
    Ciò che creo è un ibrido, un minerale a metà tra quello puro e quello artificiale. D'istinto sento che ora posso manipolarlo con più facilità, nonostante continui a opporsi ai miei ordini. Eppure, adesso che la resistenza è minore, inizio a comprendere il modo in cui l'orium nero agisce.
    Disgrego i frammenti in polvere, poi li riunisco in nuove gemme opache. Ogni volta che manipolo l'orium, ciò che fa è rimandare indietro un comando inverso. È affascinante e complesso.

    Non riesco a comprenderlo a fondo: la mia mente, nonostante i sigilli, fatica a computare a piena velocità.
    Eppure è ovvio. Il mio orium è capace di influenzare la psiche, ma ciò avviene perché come alchimista dirigo quell'impulso in comandi precisi. In combattimento sono ordini chiari, diretti: cavati gli occhi, smetti di respirare, lasciati colpire. Ma l'orium non è capace di ciò. Eppure non vuole essere avvicinato, non vuole essere manipolato.
    Il suo ordine è semplice, diretto: è la manifestazione più pura dell'influenza. Un impulso caotico che tenta di scardinare una mente sovraccaricandola.
    È così che cerca di resistermi. Sembra quasi che abbia una volontà propria, che la sua sia una scelta consapevole. Il sole centrale emette un comando continuo, diffuso, e così fa l'orium sugli altri pianeti quando viene sollecitato.
    È affascinante, devo scoprire di più. Devo capire se la Kintaral che indosso mi permette di avvicinarmi ancora; non solo alla stella di questo sistema, ma alla comprensione profonda dell'orium nativo.
    Non mi basta imbastardirlo. Non mi basta manipolarlo.
    Voglio - assimilarlo.


    ASSIMILAZIONE

    Questa volta non commetto errori.
    Il mio cosmo oscuro, per la prima volta nel Sottosopra, ha iniziato a bruciare intensamente. Ricompaio sulla luna di un pianeta più interno. Mi trovo nella fascia centrale, e qui la pressione è più intensa. Mi difendo come farei dalle influenze o dalle illusioni, espandendo le mie onde psichiche. Il satellite su cui mi trovo è composto quasi interamente d'orium.
    Ho fatto delle ipotesi. Ho avanzato una teoria. Ora non mi resta che metterla in pratica. Ho visto che mescolare l'orium puro con il mio lo rende più controllabile, ma non del tutto sicuro. Ho visto che l'orium nativo diffonde comandi mentali inversi, cercando di piegare la mia psiche così come io piegherei i miei nemici.
    Altri si fermerebbero qui, si accontenterebbero di queste realizzazioni. Ma non io. Io supererò questo limite.
    Io sfiderò l'orium e lo costringerò a obbedirmi. Sollevo un masso con il mio potere psichico, riducendolo di nuovo in polvere. Ancora una volta creo una quantità uguale del mio minerale, mescolandolo a quello nativo. Respiro a fondo, aumentando la difesa attorno alla mia psiche.
    Poi, faccio il mio tentativo. Diffondo un ordine attraverso l'orium, all'orium che galleggia davanti a me.

    «Smetti di resistere.»
    ǝɹǝʇsı̣sǝɹ ı̣p ı̣ʇʇǝɯs
    «Non respingere il tuo padrone.»
    ǝuoɹpɐd onʇ ןı̣ ǝɹǝƃuı̣dsǝɹ uou
    «Tu risponderai a me.»
    ǝɯ ɐ ı̣ɐɹǝpuodsı̣ɹ nʇ

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Buff da sigilli (cosmico, fisico, mentale e spirituale). Pressione mentale crescente.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ I'm something of a scientist myself.
     
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    III




    L'Orium non ha mai resistito tanto a te, nemmeno durante il tuo processo di elevazione ad Alchimista Supremo.
    La tua mente vibra attraverso la struttura cristallina e senti che il tuo potere sta avendo qualche tipo di effetto, come se stessi allineando la sua emanazione energetica alla tua: si tratta di un tipo di sensibilità che appartiene soltanto a te; ti sarebbe molto complesso spiegarla a un profano.
    Ciò che noti un istante dopo, però, è che l'Orium reagisce allo stesso modo sulla sua versione sintetica. Più ti sforzi per soverchiare il cristallo, più questo si ribella. Sai di poter vincere questo attrito, devi solo affilare la tua volontà, renderla più solida del cristallo.

    Mantenere attivo questo equilibrio ti sta costando troppo. Te ne rendi conto dal dolore fisico che provi bruciando il cosmo. Un dolore eccessivo per quei pochi secondi di sperimentazione alchemica.
    Improvvisamente un pensiero si affaccia alla tua coscienza, quasi ti fosse stato suggerito. Non puoi evitare di guardarti il braccio, anche se rischi di alterare il tuo stato di massima concentrazione. I sigilli non ruotano più. Si sono aperti in una conformazione brutale, di cui afferri istintivamente il significato.

    ╠═╤╧╩╪╝

    - QUATTRO ORE -

    L'equilibrio si rompe. Senti un dolore atroce aggredirti la carne. Schegge di Orium grosse come chiodi si formano al di sotto della Kintaral trapassandoti mani e piedi, polsi e caviglie. Il sangue che scorre impietoso acuisce il senso di spossatezza. Dietro alle tue palpebre i contorni del Sottosopra si fanno vaghi; il miracoloso sistema astrale si ribalta e diventa una struttura totalmente differente, di proporzioni altrettanto assurde.

    sNMsNLv

    Associare quelle forme a una definizione architettonica è praticamente impossibile, se non inutile. Le superfici dei pilastri - dei blocchi - mantengono l'aspetto cangiante che hai notato poco fa sulla superficie di certi planetoidi, anche se non ti sai spiegare la ragione del cambiamento di luce in corpi che stavolta risultano apparentemente immobili.

    Hai davvero poco tempo per preoccuparti di tutto ciò. Il dolore ti fa tremare. Senti le schegge che si muovono. Diventano più spesse. Scavano nella tua carne. Avverti la loro cacofonia, mille echi che riverberano sulla stessa nota, strascicandola fino alla nausea. Ma è solo questo: un disturbo, una follia tanto esplicita da risultarti quasi pleonastica, banale nella sua semplicità. Non ricevi un comando. Non vieni sottomesso da alcuna volontà schiacciante. Non ci sono stupide chiacchiere nella tua testa. Non senti le voci.

    Hai solo bisogno di fermarti per qualche minuto e riprendere le forze, nulla di più.

    divider%20him10


    Note Master:

    L'Orium ti fa uno scherzetto eheh. La struttura "nuova" la puoi riconoscere come la versione camminabile della disposizione schematica degli atomi di Orium quando si trova in forma cristallina, se per caso hai letto gli studi di Law per l'Isola. Gioca liberamente il tutto fino alla decisione finale.




    Edited by Him3ros - 24/4/2024, 08:39
     
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    L'orium davanti a me vibra in risposta al mio ordine.
    All'inizio mi sembra di produrre un risultato. Lo sento istintivamente attraverso l'orium sintetico, che non viene rigettato dall'ammasso in cui si trova. L'orium nativo è troppo caotico per rispondere agli ordini diretti della mia mente, ma sembra non respingere con la stessa violenza quello sintetico. È come se fosse un intermediario tra il mio volere e quello del minerale più puro.
    Il masso che ho ridotto in polvere e ibridato con il mio orium volteggia davanti a me, sotto forma di una perfetta sfera opaca. Poi, però, qualcosa cambia. L'orium nativo inizia a ribellarsi, e i contorni della sfera iniziano a pulsare, come se una parte stesse cercando di fuggire.
    Non sento più dolore diretto. La mia sensazione è che il minerale caotico abbia compreso l'inganno, e che ora stia cercando di respingere la mia emanazione così come prima respingeva me direttamente.
    È un passo avanti nella mia ricerca.

    Mi concentro sulla sfera nera, sul tenerla insieme a qualsiasi costo.
    Stringo i denti e il mio cosmo inizia ad ardere più forte, per unire il mio potere mentale all'ordine lanciato dal mio orium sintetico. So dai sussulti nella sfera che sta per venire sopraffatto, e non posso permetterlo. È uno scontro di volontà: devo riuscire ad assimilarlo, o non avrò alcuna speranza di avvicinarmi al sole di questo sistema.
    Mantenere integra la sfera fluttuante davanti a me mi richiede di far scorrere il mio cosmo oscuro più velocemente, incendiando i miei vasi sanguigni. Ma so che ne vale la pena. Sono solo brevi attimi di uno sforzo intenso: avrò l'occasione di recuperare le forze nelle prossime tre ore.
    La strada è quella giusta. Se solo la mia intensità cosmica fosse più ampia, forse riuscirei a gestire lo sforzo senza problemi. Ma dovrà bastare. Fisso gli occhi sulla sfera, quasi mi specchio nei suoi riflessi opachi.
    Devo continuare a diffondere le mie onde mentali. Riuscirò a rompere la resistenza dell'orium nativo nell'arco di pochi minuti, ne sono certo. Non devo lasciare che incrini la sfera. Non devo perderla di vista nemmeno per un istante. Devo resistere, anche se mi sembra di precipitare nel nero dell'orium.

    0qVuOPt


    La sfera cade a terra, spaccandosi in mille frammenti. Mi accorgo di essere in ginocchio, col corpo percorso da sudori freddi, come se mi stessi risvegliando da un'incubo.
    Qualche scheggia all'impatto con la terra schizza di nuovo in aria, impattando poi sulla mia Kintaral. Il mio corpo, semplicemente, non riesce più a bruciare quella quantità di cosmo oscuro. Strano, penso cercando di rimettermi in piedi. La mia lotta con l'orium nativo è durata solo qualche istante.
    Allungo lo sguardo verso il polso, come se qualcosa mi suggerisse di guardare quanto tempo è passato. Il mio cuore salta un battito. I sigilli mi indicano che sono trascorse quattro ore. D'istinto sollevo lo sguardo verso il centro del sistema, ma un dolore bruciante esplode nella mia testa e mi lascia annaspare per l'aria. Il mondo attorno a me gira mentre nei miei occhi scoppiano dei puntini luminosi.
    Sotto la Kintaral spesse schegge di orium scavano nella carne, perforano i miei palmi, i polsi, le caviglie. Lancio un urlo che rimbomba nel vuoto attorno a me. Non riesco a mettere a fuoco, ma qualcosa sta scuotendo il Sottosopra. Faccio appena in tempo a concentrami su un messaggio mentale da diffondere fino ai limiti che posso raggiungere, sperando di arrivare a Hybris.
    Hybris sono ancora vivo - cercherò di uscire da qui.❜ Il dolore mi impedisce di aggiungere altro.

    È come se il Sottosopra si chiudesse su di me, divorandomi.
    Il sangue scorre tra le giunture della Kintaral, gocciola dalle punte delle dita. Sono rimasto solo, e a fatica riesco a mettere a fuoco il cambiamento che si è verificato attorno a me. Il sistema planetario in cui mi trovavo è stato completamente sostituito da un reticolo di pilastri collegati tra loro, in una nuova struttura di cui non riesco a intuire né il centro né i confini.
    Stringo i denti, colpendo terra con un pugno che mi lancia un'altra ondata di dolore. Ho sottovalutato la caoticità dell'orium nativo, perdendo la mia ancora nel Sottosopra. I sigilli sono ancora intatti sul mio corpo, ma ora mi trovo in un semipiano da cui non posso uscire. Forse potrei riuscirci, in condizioni normali, ma ora sono stanco e ferito, e il teletrasporto potrebbe portarmi ancora più a fondo.
    Non ho più coordinate. Le schegge d'orium si muovono sotto la pelle, lacerando ogni cosa sul loro cammino. Nella mia testa non si diffondono sussurri, ma nemmeno voci o urla. È una nota straziata, trascinata, ripetuta in infinite e nauseanti variazioni.

    Non è un comando. Non è malevola.
    Non riesco nemmeno a capire se l'orium voglia colonizzare il mio corpo. Non che la sua autocoscienza sia importante, ora, visto che è la direzione verso cui sta procedendo inesorabile. Se non faccio qualsiasi cosa lo farà.
    L'unica cosa che mi è chiara è che non posso stare fermo, nonostante ogni fibra del mio corpo mi spinga a ritrovare le forze. Mi metto in piedi a fatica, avvolgendomi nel mio potere mentale. Riesco a utilizzarne abbastanza solo per sollevarmi in aria e muovermi, ma dovrà bastare.
    Per prima cosa, devo capire se questa nuova struttura ha dei confini, delle pareti, dei punti in cui la soglia è visibile e attraversabile. La mia ricerca dovrà attendere. La priorità assoluta è quella di trovare un punto fermo, un modo per uscire.
    Mi muoverò, in volo, cercando dei riferimenti spaziali, sperando di avere la fortuna di trovare una membrana più sottile nello spazio, che mi permetta di sfondarla e raggiungere Hybris.
    Non morirò qua. Non lascerò che l'orium divori la mia carne.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Buff da sigilli (cosmico, fisico, mentale e spirituale). Primo disorientamento mentale.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Orium let me love you.
     
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