-
.
Se non hai paura di vivere, allora perché sei sempre sola?
Un’altra domanda, senza malizia, volontà di mettere a disagio o screditare le parole giuste della sua maestra. Pura e semplice preoccupazione verso Kyung Mi e curiosità di una giovane donna che ancora non riesce ad afferrare tante cose che vanno oltre la semplice attività marziale.
Ma anche nella sua ingenua ignoranza della vita, aveva capito che la vita non è qualcosa di singola, ma si definisce con i legami degli individui, il loro confronto e la loro continua crescita e sprono.
Avrebbe raggiunto il posto dove si trova ora senza quei legami? E non legami in senso astratto, ma ogni momento passato con le persone che conosceva, da sua madre al panettiere dove andava a fare la spesa? Poteva definirsi viva? Poteva definirsi umana?
Tentò di continuare, di aprire ancora di più il muro invalicabile che l’aquila in gabbia aveva creato e in cui aveva fatto casa, ma appena aprì la sua bocca il suono le si spezzò in gola, così come un battito del suo cuore. Se Matar aveva fatto suo il potere di tredici stelle, quello che si trovava fuori alla porta era una intera galassia turbinante, pura luce e potenza che anche solo per pochi secondi aveva diminuito il suo controllo di presenza sul mondo circostante.
Abbastanza per far saltare la ragazza dalla sedia e non per modo di dire, come un gatto con i nervi tesi. Anche se non ostile, il suo corpo aveva reagito senza pensare, mettendosi all’erta non per paura ma per una reazione meccanica o fisica. Tuttavia solo lei, non Pegasus.
Sentiva che ciò proveniva dalla sua armatura non indossata ma comunque connessa a lei era sicuramente eccitazione, ma anche… malinconia? No. Più gioia di vedere qualcuno dopo tanto tempo. Non un partner, ma un compagno.
Direi… che hai un ospite, maestra.
Sebbene nessuno lì dentro probabilmente poteva fermarlo se avesse voluto entrare di forza, la figura misteriosa bussò educatamente. No ci furono altri suoni ed entrò, mostrando un volto regale e antico, quasi uscito da un libro di favole. Un Re saggio e amato dal popolo, che combatte contro un drago, un demone e un mago molte vite fa. Anche se non lo aveva mai visto di persona, Matar lo conosceva, conosceva la sua fama, la sua potenza, la sua storia.
Il suo sangue bolliva, stringendo le gengive malamente cercando di nascondere un ghigno di puro, ferale ma amichevole eccitazione.
Dio, quanto voglio combatterci – pensò fra se a se. Quella persona poteva sconfiggerla in una mossa, forse due. Lei avrebbe fatto il possibile a farlo arrivare almeno a quattro.
Lui la guardò, e i suoi occhi blu sembravano cieli azzurri attraversati da pensieri che non poteva comprendere. Forse aveva scorto la sua voglia di mettersi alla prova contro una leggenda, o forse aveva rivisto qualcosa o qualcuno che conosceva. Sicuramente, senza neanche aver dato uno sguardo alla armatura, aveva capito subito chi era.
Lord Seraf – disse, inchinandosi con ben poca grazia, immenso rispetto e nessun segno di sottomissione – Si, ho ottenuto Pegasus penso… un quarto d’ora fa, o giù di lì? Grazie mille, per me è un onore e farò il mio massimo per Athena e tutti quanti.
Sorrise stupidamente, un sorriso grande che voleva dire poco ma quello che bastava. Aleksander sembrava pienamente in controllo della situazione e Matar pensò che poteva fidarsi del giudizio di un Re santo per poter gestire la sua maestra. Non risolverla forse, ma almeno evitare che si auto-esiliasse presso la Gherusia.
Gli sguardi che si lanciavano i due veterani e le piccole alterazioni della percezione cosmica facevano intendere che stavano comunicando telepaticamente. Non gli piaceva questo metodo, le prime volte che lo ha provato gli veniva male alla testa e sembrava molto invasivo anche per i suoi standard, ma poteva capire la sua efficacia.
Prego di farla ragionare riguardo la sua visita ai nonnini… io potrei solo continuarla a prendere a pugni, ma non penso sia la soluzione giusta - lo rispose ridendo per cercare di stemperare la tensione, ma poi l’antico combattente gli disse di una importante missione da portare a termine. Che solo lei poteva fare.
La porta lasciata mezza aperta mostrava che non erano soli in quell’angolo di Rodorio, e ora con i sensi della ragazza abituatosi al mare dorato del vecchio leone poteva vedere piccoli fari di colori e impronte diverse. Chi brillava di luce splendida, chi meno, chi pianeti preziosi più di ogni cosa nell’universo.
Annuì saltellando sul posto ridacchiando come una bambina piccola, ma solo quando Kyung Mi, se non sconfitta sicuramente annoiata e stanca di discutere, fa un cenno con la mano per dire “va va!”
Matar la abbraccio con forza, ringraziandola di come fosse stata una grande maestra e a passi veloci uscì dalla casa con Pegasus che la seguì rivestendola nella sua corsa sotto il cielo azzurro. Dove lei viveva e combatteva.
E dove stavano le persone a cui voleva bene.[…]
La casa era in festa.
In anni quello che era un rifugio di emergenza è diventato un nido. Non solo per una famiglia, ma anche per tanta gente diversa di Rodorio. Decorazioni floreali in carta bianca e rossa, vettovaglie e un vociare di gente rendeva vivo il giardino ben curato di Hazal dove colleghi, amici, compagni, ora erano tutti lì ad alzare calici di alcolici e bibite varie.
Nono, davvero… avrei voluto vedere la faccia di Kyung Mi quando l’armatura del Ronzino si è posata su di te – ridacchio Mikos con un braccio attorno al collo di Mat e una lattina di birra in mano – Anche se ho perso interesse per quel mucchio di ferraglia da moh, sarebbe comunque stata una soddisfazione.
La ragazza rideva, mentre Sunil fra uno stuzzichino e l’altro fissava malamente l’amico come per dire “non sbilanciarti”. Sicuramente una reazione più pacata di un biondo che lo zittì con un coppino sulla nuca.
Ahahahah, dai Ruel, non essere cosi scontroso – rise a crepapelle Harper posando il suo cappello sulla testa del giovane nobile per calmarlo - In fondo da quello che racconta Chris, la coreana sa essere un osso duro. Posso capire avere un pochino il dente avvelenato. L’importante è la mocciosa qui presente abbia preso la sua cloth.
Comunque non toglie che bisogna portare rispetto… anche se i nostri trascorsi non sono dei migliori – rispose il ragazzo ridandosi un tono con un colpo di tosse, solo per essere placcato da Mikos giocosamente e portato al tavolo per prendere altri salatini, inseguiti dall’australiano che rivoleva indietro il cappello.
Comunque, contento di veder Harper in forma. Ho sentito che il viaggio in Jamir ha avuto… problematiche – Shea si inserì, per cambiare la discussione. Anche se erano rimasti tutti amici, ribattere su vecchi drammi non era mai saggio.
Come ogni missione di quella testa calda… ma almeno ora abbiamo anche un nuovo Ariete - rispose Hạnh, con Christopher dietro di lui che annuiva - ho notizie che ci sono anche altri allievi promettenti di vario tipo. Le cose stanno cambiando molto in fretta.
Il gruppetto continuò a parlare per un po’ delle notizie, distaccandosi un po’ dal tema centrale della festa. Ma andava bene così.
Mat era chiassosa, amichevole, adorava la compagnia anche se non tanto i riflettori. Era una sua celebrazione, ma sentiva come non era un punto di arrivo, ma di partenza.
E non poteva partire senza aver salutato qualcuno.
Questo posto è libero?
La panchina era fatta da mattoni e legno, ma colorata e decorata, con cuscini soffici e sotto l’ombra di un albero di ulivo. Niente di insolito da quelle parti.
Libero… ma non vorresti stare un po’ con i tuoi amici. O tuo padre? - Hazel sorrise, tenendo fra le mani il bicchiere di aranciata.
Poco era cambiata fisicamente da quando era arrivata qui, ma il suo animo si era rafforzato dopo essere stato frantumato. Come quello di tutti.
Nah, voglio stare con te – si mise vicino a lei, abbracciata ancora vestita dell’armatura. Pegasus era felice durante la festa, ma ora quello che avvertiva la ragazza era tenerezza.
Rimasero così per un po’, isolate dal mondo. Niente parole superflue, niente grandi motivazioni o filosofie. Solo la voglia di stare un po’ da sole, forse l’ultima per chissà quanto tempo.
Forse l’ultima volta.Come potrei chiedere a loro la nostra stessa fede, se non dovessi tornare?
Le parole di Kyung Mi non potevano dire di non aver fatto breccia, ma semplicemente perché il neo-cavaliere non voleva rigettarle. Voleva capirle, farle sue ma sembravano cosi aliene, lontane, indefinite come una possibilità che non poteva esistere. Non poteva, giusto?
Mamma, annè…
Non preoccuparti - sorrise, non guardandola negli occhi ma capendo con chissà quali sensi sconosciuti anche ai Re Santi cosa voleva dire - So che tornerai sempre. Sei forte. Siete forti.
Puoi volare nel cielo, e quando avrai bisogno, noi saremo qui.
Sorrise, ma stringendosi alla madre, non poteva dire di sentire solo felicità e sicurezza. Qualcosa mancava a quella festa. A quel villaggio. Al mondo. A tutti loro.
Un’aquila senza nido.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / ??? / ???
Stato: Braccio destro decisamente dolorante, polso lussato, tagli curati.
Riassunto: "Si vive insieme...". -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
8In the locust wind comes a rattle and hum
Jacob wrestled the angel
And the angel was overcome
You plant a demon seed
You raise a flower of fire
See them burning crosses
See the flames higher and higher
La notte prima della tua missione non riesci a dormire. Ti giri e ti rigiri nel letto, animata da una sensazione di profondo disagio. Qualcosa non va, ne sei sicura. Pegaso è accanto a te e la senti quasi vibrare quieta, il muso-elmo girato in una direzione specifica. La direzione dei guai. E' quasi l'alba quando ti alzi e trovi i tuoi genitori già in piedi.
Probabilmente non hanno dormito neppure loro, ma fanno del loro meglio per sorridere. Tuo padre ti scompiglia i capelli e incontra il tuo pugno con il suo, tua madre ti abbraccia stretta e a lungo, una preghiera mormorata a mezza bocca mentre le sue labbra sono posate sulla tua fronte.
Al limitare di Rodorio, vicino al centro logistico, noti una figura familiare. E' Semhar, che sai aspirare alla Bronze dell'Ottante. La sua figura alta e statuaria, perfettamente curata anche a quell'ora del mattino, sembrerebbe intimidatoria se non fosse per il sorriso gentile e rasserenante. Ti viene incontro, prendendoti entrambe le mani fra le sue, prima di prendere fuori una mappa e mostrarti l'area che dovrai esplorare: Vardszia, in Georgia. Ci sono notizie della presenza di un Caduto.
Ti incammini e senti uno sguardo familiare sulla nuca. Sulla collina, sotto l'albero di ulivo, Kyung Mi ti sta guardando partire.
Avverti la tempesta ancora prima di vederla. Hai la pelle d'oca e l'aria sa di ozono, di terra ribaltata e di violenza sotto nuvole plumbee e cariche di rosso. E' avvenuta una battaglia che ha rovesciato il paesaggio intorno a te, e mentre ti affretti noti immense pozze rosse che impregnano la terra.
Ai piedi delle rovine dell'antica Vardzia, vedi due cose.
La prima è il cadavere del Caduto. Diviso perfettamente a metà, incombe enorme ai lati di una singola figura solitaria.
E' alla seconda che la tua armatura si impenna su di te, che le tue percezioni finalmente si allineano e che un brivido ti scorre sulla schiena. Tutto sa di sbagliato. Ogni singolo centimetro di quella figura longilinea è sbagliato in ogni singolo modo che tu possa percepire. Il suo Cosmo è pregno, soffocante di una volontà combattiva che ti colpisce come un pugno allo stomaco.
Nella sua mano destra, qualcosa di lungo e scarlatto scompare.
Le nubi roboano piano.
Plic.
Plic.
Plic.
E il rosso comincia a scaricarsi attorno a te in gocce.
E' sangue. Il sangue del Caduto, che tinge la luce di rosso intorno a voi, mentre la figura completamente fradicia si volta lenta verso di te. Indossa qualcosa di scuro e scintillante anche sotto quel liquido scarlatto e appiccicoso, qualcosa del colore dei lividi.
Ti guarda dall'alto in basso, scorrendo lentamente gli occhi sulla tua armatura. Su di te, infine, guardandoti negli occhi. Sono vuoti, ma al tempo stesso carichi di violenza.BYEONGISEUL
[ Equuleus Risorto ]EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE▼ DM's Corner
ENERGIA BLU! HO UN'ARMATURA!
DAI TIRA INIZIATIVA E ANDIAMO!SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by ~S i x ter - 27/3/2024, 02:58. -
.
Il punto confermato dalla squadra adibita al teleport era nei pressi di una piccola moschea a una trentina di kilometri a nord dal punto designato. Più vicino, e il rischio sarebbe stato troppo grande.
Le erbacce crescevano alte mentre il freddo della montagna lambiva gli arti della giovane saint che senza perdere neanche un secondo scatto in avanti. La sua percezione cosmica e istinto gli davano via libera da eventuali grattacapi o trappole, ma aveva avuto nel briefing iniziale che la zona era sicura. La fede e la speranza impresse nelle pietre e nei terreni di luoghi dove la gente a consegnato le loro preghiere, sogni, volontà non erano sigilli creati da un dio, ma bastavano il più delle volte per avere almeno un porto sicuro prima della tempesta.
Sua madre diceva che la Fede poteva spostare le montagne. Suo padre era un po’ più pratico e concreto, dicendo che se pensavi solo a quello che riuscivi a vedere come potevi pensare anche solo di fare qualcosa di nuovo? Dovevi credere nell’impossibile perché fosse reale.
Chissà se pensavano a quello anche quella mattina? Riusciva a capire che nonostante il loro supporto e la fede che avevano in lei, continuavano ad avere paura. Divorati dai dubbi che erano tenuti a bada solo dalla immensa fiducia che avevano in lei.Come potrei chiedere a loro la nostra stessa fede, se non dovessi tornare?
Era semplice quando si era soli a seguire un sogno e un obbiettivo. A non dover sentire la mano di tuo padre mentre ti scompiglia i capelli o le labbra di tua madre sulla fronte rimanere quel secondo in più, quel secondo che sussurra come una bestemmia “questa è l’ultima volta?”
Eppure, li salutò calorosamente, abbracciandoli e uscendo come se niente fosse. Come ogni giorno, come se niente fosse cambiato. Ma era cambiato, per quanto poteva dimostrarsi ed essere forte. Per come il dubbio non toccava la sua anima sebbene continuasse a girare attorno come una matassa di serpi, pronti ad azzannarla.
Come i suoi genitori, non aveva chiuso occhio. Si era rigirata tutta la notte, osservando un poster appeso al muro fatto con diverse foto insieme alla sua famiglia e amici, con lei in anni diversi sempre sorridente. Un piccolo quadro per coprire inizialmente una macchia di pittura sul muro, quando quella casa non era che una puntina di giradischi saltata su un vinile della sua vita e ora un elemento portante dell’ambiente. Altro piccolo salto sul materasso, alta visione di peluche fatti a mano per i suoi compleanni e altre piccole cianfrusaglie raccolte chissà come in questi dodici anni.
Neanche tu riesci a dormire? - aveva domandato stupidamente alla cloth di Pegaso che brillava nella luce della Luna, quasi come che fosse un altro di quei peluche. Riusciva a sentire che nella strana vita che poteva avere una armatura non stava riposando. Esattamente come lei.
Non so se è eccitazione, o sto realizzando davvero quello che farò da ora in poi – sussurrò alla armatura che sentiva vibrare irrequieta, sorridendo nelle ombre con la testa sul cuscino – prima era una possibilità e per quanto correvo e mi avvicinavo sembrava sempre un sogno. Ora è realtà. Potrò girare per il mondo, combattere gente ridicolmente forte e aiutare il prossimo… ma è strano sentire che si è già arrivati? O forse solo ora sto capendo davvero la scelta che ho fatto? Non ho rimpianti, mai nella vita… eppure...
La vibrazione della armatura, indecifrabile nel suo caotico istinto, sembrava rispondergli ma in modo non chiaro. Indicando una direzione più come un segugio che un cavallo, attirato come un magnete da quello che entrambi cercavano. Una risposta, un obbiettivo o semplicemente ricordare qualcosa che già sanno. Mat rimase in silenzio...
Mentre le punte dei suoi stivali come zoccoli calpestavano l’erba montana georgiana più intensamente, con il passo che aumentava sempre di più in piccoli scatti sovrumani. La concentrazione era massima ma il suo cuore batteva forte per l’eccitazione e il senso di avventura e sfida. La paura c’era, ma sommersa dal mare di stelle del suo cosmo nonostante sapesse cosa c’era in ballo.
Forse tanto per una prima missione? Strinse le nocche sentendo il metallo tiepido sulle dite, chiedendo al suo compagno che la accompagnava, abbracciandola e proteggendola con a sua stessa esistenza.
Ma non abbastanza da non fargli sentire una goccia sulla sua fronte. Una, singola, minuscola ma che era stata accolta come un pugno. Alzando lo sguardo, la tempesta si avvicinava e ormai aveva pochi dubbi della sua esistenza e che non fosse naturale. Si stagliava nel cielo azzurro colorandolo di un rosso sangue mentre la puzza di ozono e il vento aumentavano.
Piccoli step su delle rocce, saltando verso l’alto fino a quando le macchie sulla montagna iniziavano a prendere la definizione di un luogo ben preciso che aveva visto in mappa prima della sua partenza…
… Vardzia? - la ragazza chiese come conferma, puntando con il dito sulla carta topografica che la ragazza mora aveva aperto su un tavolo del centro logistico.
Diversi soldati semplici guardavano le due con un mix di curiosità e quasi reverenza. Pegasus era comunque una cloth famosa a Rododrio, e Mat come studentessa di Kyung Mi e con il suo pedigree di adorabile piantagrane era almeno conosciuta. Ma l’altra donna ben più matura voltandosi fece quasi scappare il piccolo gruppo che spaventato ritornò alle sue mansioni.
La giovane ridacchiò alle scena, con Semhar che sembrò ignorare il tutto come se fosse abituata e continuò con un sorriso caldo e gentile – Vardzia, si. Un monastero rupestre ricavato nel fianco del monte Erusheti, presso il fiume Kura in Georgia. Rilevamenti e esplorazioni spirituali e cosmici hanno rivelato che potrebbe essere la tana di un Caduto.
Un Caduto… intendi un daimon cattivo? Cioè più cattivo di uno dell’Oscurità che è cattivo ma non “cattivo-cattivo”? Beh, significa che devo solo menarlo male e rimandarlo nell’Altroquando o comunque lontano dal piano materiale giusto? - si grattò la testa, per poi alzare il dito in alto in una posa di vittoria – Okay! Sarà una prima missione con i fiocchi!
Ti prego di stare attenta Matar – la giovane donna continuò mentre si incamminavano al di fuori del villaggio verso il luogo di incontro – Ogni avversario di un saint può essere letale. Un Caduto particolarmente, dato la loro natura. Difficilmente c’è qualcosa di peggio di una entità così antica e che ha deviato dalla sua stessa natura. Sei forte, lo sappiamo… ma non devi strafare.
Lo sguardo di Pegasus si voltò verso un ulivo familiare, con una figura che la guardava. Alzò il braccio ancora una volta, in segno non di vittoria, spavalderia o noncuranza. Ma Fiducia.Chissà se anche lei aveva quello sguardo, quella posa?
Se il suo gesto non la avesse rincuorata, ma fatto penetrare ancora di più il coltello nel suo cuore?
La natura della ragazza è la natura dei martiri, dei folli, dei sognatori, di chi salta pensando di volare.
Cos’è un eroe?
I riflessi del cosmo azzurro della ragazza si riflettono nelle pozze rosse di sangue che odorano di metalli che non possono esistere. Le piccole gocce sempre più numerose che diventavano tempesta e bagnavano l’armatura bianca così come il mondo.
L’angelo era morto, questo lo vedeva, diviso a metà nella sua forma assurda, Ciò che stava riempiendo ogni cosa era il suo sangue, e quindi era morto. Bene, missione compiuta, è stato facile no?
Il cosmo che continuava a permeare la zona non era angelico. Poteva sentire la sua impronta umana, ma bagnata dall’essenza di fiori di cimitero, carne morta, lacrime, paura e furore. Sensazione che non potevano appartenere a un essere umano, eppure erano lì, qualcosa di vivo ma allo stesso tempo morto, di vero ma allo stesso tempo contraffatto.
Un paradosso che camminava nella direzione di Mat, nella sua armatura scura ma malata. Il suo silenzio era violento anche nei singoli e precisi movimenti di far scomparire qualcosa di scarlatto che non riusciva a capire cosa fosse. Era troppo confusa dall’opprimente senso di violenza della figura, che si girò verso di lei, guardandola dall’alto in basso.
This guy comes up to me
His face red like a rose in a thorn bush
Like all the colors of a royal flush
Pegaso era rampante come il cosmo della giovane santa, che iniziò a brillare ancora di più ricambiando lo sguardo. Strinse i pugni e i denti con il cuore e il respiro sempre più veloci a processare tutto quello che stava provando in quel preciso istante, in quel mare di sbagliato che la circondava. Se i pensieri e i sentimenti fossero vettori matematici, l’anima di Matar sarebbe potuta apparire come quella matassa di serpenti. Paura, dispiacere, collera, comprensione. Cosa doveva fare? Cosa avrebbe mai potuto fare? Perché era successo? Come poteva dirlo a Kyung Mi?
Cosa?
Cosa?
Cosa?
Uneroeè qualcosa che non ti aspetti.
Ma tutto ciò durò solo un attimo. Un secondo. Il tempo del suo cosmo di ardere come non mai contrastando il rosso del mondo con il suo azzurro. Il sorriso che apparve sul suo volto fu triste, ma neanche troppo. Di rammarico, quasi scusa.
Non era l'avversario che voleva incontrare. Specialmente lei. Non era ingenua o stupida.
Sapeva chi era. Sapeva cosa era. Sapeva che aveva fatto una scelta. Sapeva cosa doveva fare.
Un pochino (tentò di reprimere quel pensiero) forse era anche grata della possibilità di occuparsi della cosa. Era sicuramente un avversario forte, e non sapeva se sconfiggerla poteva fare qualche cosa ma sempre meglio tentare.Un pochino era forse spaventata se poteva compiere anche lei quella scelta.
Con calcolata lentezza, si mise in posizione di combattimento, braccia alzate davanti a lei e gambe piegate, pronte a scattare. Ogni fibra del suo corpo e del suo essere era pronta a combattere.
La somma dei vettori indicava una sola direzione possibile per poter uscirne vivi e fare ciò che doveva essere fatto. Le altre linee erano sempre lì ma sovrascritte dal resto.
Avanzare. Lottare. Risplendere.
Matar tentò di coprire nel minimo tempo possibile la distanza fra le due con uno scatto ipersonico arrivando proprio di fonte a lei caricando il suo pugno destro in un hook punch in direzione della sua tempia sinistra. Tuttavia, il pugno avrebbe mancato di proposito rivelandosi una finta per tentare di sviare le difese nemiche sulla testa, lasciando scoperto la parte bassa del corpo.
Lì il saint con un calcio avrebbe tentato di colpire una delle tibie anteriori per spezzargli una gamba o comunque causare danni ingenti e infine cercare di colpirla con il palmo della mano sinistra per farla cadere all’indietro o sbilanciarla.
Matar di Pegaso. Lieta di fare la tua conoscenza. - disse alla resuscitata Iseul.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / ??? / ???
Stato: Okay.
Riassunto: Avanzo a velocità supersonica e fingo un hook alla tempia sx (DIV) per poi fare un calcione alla tibia per fargli tanto male e danno (AF) e infine palmata al plesso soloare per farla cadere o indietreggiare (AD).. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
9
Ti rendi conto immediatamente di avere a che fare con un mostro.
Non è solo il tempo di reazione, che riconosci essere pari a quello di Kyung Mi nel cogliere la differenza fra un diversivo e un vero attacco. La sua espressione è neutra, concentrata quando gli occhi scattano per incontrare i tuoi, il tuo pugno a un soffio dalla sua tempia. Da vicino, il suo volto sfigurato è quasi terrificante, ma ha una bellezza strana, quasi spirituale nella sua calma.
Coglie la tua presentazione. Una cortesia da dojo, e vedi le palpebre stringersi appena nel riconoscere la cosa, probabilmente è divertita.
Ma no. Iseul ha una velocità che è fuori dal normale. Il tuo calcio impatta sullo schinere della sua armatura viola, che avvampa di Cosmo infernale. Metallo contro metallo rintoccano, e sei andata a segno, ma capisci che la sua difesa possiede una resistenza pari alla tua. Lascerai una scalfittura lieve.
Il riverbero dell’impatto però sparisce dalle tue orecchie quando il tuo palmo la tocca e poi spinge il vuoto nonostante tu veda la sua figura di fronte a te.
Ma lei è accanto a te, a sinistra. Non sai come, perché secondo la tua percezione visiva la sua immagine è ancora davanti a te, e scompare attorno alla tua mano nel momento stesso in cui Iseul riappare con la mano sinistra già stretta a pugno direttamente sul tuo stomaco in un colpo secco e misurato.
« Facile da scrivere sull’Engraphé. »
E svanisce di nuovo, stavolta per impattare il tallone dell’armatura direttamente sulla tua spina dorsale scoperta, appena sopra la difesa della tua armatura. Come prima, è direttamente il colpo inferto dalla sua gamba a comparire dove vuole colpire per poi riposizionarsi sul terreno, in pronta difesa.
Non c’è un movimento, non c’è un’anticipazione. Non c’è un’apertura.EDIT 9/04: Mi ero dimenticata il layout▼ DM's Corner
Piacere, Mat di Pegasus.
Il set di poteri di Iseul è: agilità straordinaria, resistenza straordinaria e teletrasporto. Il cavallino più veloce dello Zodiaco contro quello più resistente?
La sequenza di azioni è: colgo il tuo diversivo e mi difendo con una semplice barriera di Cosmo sul gambale, oltre all’armatura grado III. E poi mi sposto usando sia uno scatto alla massima velocità di Agilità Straordinaria, lasciando una immagine residua a coprire il mio teletrasporto [azione di supporto: diversivo] di animation cancelling per colpirti alla bocca dello stomaco [ad] e massimizzare il danno dal lato opposto con un calcione diretto alle vertebre [af] e rimettermi in difesa.
Considera di cominciare a capire (in character) che ti serviranno Ultimo Sforzo e Furore Sacro abbastanza presto.
Edited by ~S i x ter - 9/4/2024, 01:43. -
.
Una fiamma nascosta sotto ceneri e ossa. Nascosta, celata alla vista e anche al tatto ma pronta a riemergere e bruciare, annientare, cremare ogni cosa che avesse il coraggio di muovere la sua mano troppo vicino.
Queste è la sensazione che Mat provava alla vista della guerriera risorta, al contempo cosi simile ai ricordi cristallizzati di Kyung Mi ma al tempo stesso cosi diversa. Come il riflesso di un cadavere in una pozza d’acqua di quello che era stata la ragazza. Ma anche adesso, il legame fra madre e figlia era evidente agli occhi del santo di bronzo.
La sua maestra era veloce e precisa nel riconoscere i movimenti e le finte della sua ex-allieva, e così Iseul che non si lasciò ingannare dalla semplice finta e sfruttando la difesa di quel metallo senza vita e la sua energia mortifera concentrata nella gamba resistette in un turbinio di scintille e flussi di correnti cosmiche contrapposte.
Non che non si aspettasse una difesa, ma la mancanza di resistenza fece cambiare rapidamente l’espressione della brunetta da decisa a confusa. Anche se il viso costellato di cicatrici della coreana era cosi vicino da potergli dare un bacio o una testata in fronte.
Una immagine residua? - pensò mentre contemporaneamente a una sensazione di vuoto d’aria nello stesso punto le fece rizzare le orecchie intuendo cosa stesse per accadere. Il suo istinto affinato da anni e anni di addestramento fece muovere il braccio libero verso la direzione in cui sentiva che stava per arrivare un pugno, ma l’intercettazione e il flusso cosmico non era abbastanza rapido per poterlo bloccare. E, in pochi istanti di differenza, quasi come il mondo intero avesse perso alcuni fotogrammi, un calcio in direzione di una zona della schiena non protetta che fece un rumore poco gentile una volta colpita.
Mat urlò di dolore, cadendo in avanti come a rallentatore con l’immagine della specter davanti a lei con quella espressione di gelida violenza e indifferenza. Non rimase a terra solo colpendo con il pugno il suolo impregnato di sangue mentre bava e sofferenza colavano dalla sua bocca aperta.
Immagini residue… e movimento instantaneo? - quasi come un secondo pugno la consapevolezza la colse. Un mostro addestrato da una grande guerriera e ora passato alle fila del nemico. Come prima missione, come imprevisto, fattore di disturbo, uno scontro che non sembrava avere soluzione.
Non c’era speranza, non contro qualcuno che non aveva spazi, aperture o possibilità di intervenire.
Era tutto inutile.
Eheheh…[...]
Shea alzò lo sguardo quando l’enorme macigno venne spezzato a metà e la luce azzurra di una cometa si alzava fino al cielo come un pilastro luminescente.
La gola non era un luogo facile dove allenarsi, ed essere mandati lì da Kyung Mi era quasi sempre solo una punizione di qualche tipo. Odiava il suo errore, odiava che non poteva avere controllo della situazione e di come nel momento del pericolo fosse caduta come una scolaretta alle prime armi invece di una guerriera. Perché lei non voleva essere una guerriera, non voleva davvero combattere.
Voleva trovare il proprio posto del mondo, aiutare, tornare a casa, far finire questo incubo.
Per questo ora lei era lì, mentre tentava di scappare da quella frana di acqua e macigni mentre la sua amica si trovava davanti a lei, con il pugno ancora alzato palesemente rotto in più punti insieme ad altre ossa del suo corpo. Ma più di questa immagine eroica, una cosa avrebbe ricordato per tutta la sua vita.
La risata. Cristallina, genuina, felice di chi finalmente stava respirando dopo anni di apnea.
La risata di chi voleva trovare se stessa, aiutare gli altri e fare la cosa giusta… ma non come obiettivo, ma come conseguenza.
La risata di lucida follia di chi si stata divertendo un mondo.[…]
La situazione era irreale. La ragazza mediterranea stava ridendo in quel campo di battaglia a pochi passi da un angelo morto e davanti a una traditrice rinata grazie al peggior nemico della sua dea. Eppure stava ridendo. Tanto. Senza freno.
Ehehehe… ahahahahahahah! Quindi questo è combattere davvero? - Mat continuava a dare pugni sul terreno aprendo piccole crepe e schizzando ovunque gocce di sangue, mentre il suo cosmo si espandeva turbinando insieme alle sue risate – Kyung Mi ha mentito quando ha detto che voleva uccidermi. Magari lo pensava ma non lo avrebbe mai fatto. Mentre tu, oddio… questo fa un male cane. Vuoi davvero uccidermi, fermarmi, terminarmi, eheheh...
Si alzò, sgranchendosi le ossa mentre piccoli fulmini cosmici come elettricità statica si diramavano dallo stomaco e schiena. Faceva male si, ma non avrebbe di certo impedito di fare quello che andava fatto. Con il dorso del guanto d’arme si pulì poi la bocca dopo aver sputato sul terreno, rimettendosi in posizione comunque non riuscendo a contenere i risolini.
Però mi stai deludendo – ondeggiò la testa in modo infantile, quasi carino - Sei scesa a patti con Hades, ti sei fatta un corpo nuovo, una armatura contraffatta ma di buona qualità… e hai ancora quella faccia appesa? Perché lo hai fatto allora?
Oh, non è importante.
Significa che ti farò sorridere anche a costo di riempirti così tanto di botte che ti ricorderai come ci si sente a essere vivi.
I suoi occhi brillavano di un bagliore azzurro, mentre il suo sorriso era cosi splendente e folle da far paura. Era in controllo si, ma la sua eccitazione e furore straripavano da ogni singola fibra del suo corpo, pronto a resistere a ogni colpo, a continuare ancora ancora ancora in questo gioco di lotta e incontro di anime e intenti.
Un passo in avanti. Un altro. Una falcata. Una corsa.
Il cavaliere di Pegasus corse in direzione del risorto inarcando la schiena quasi come un predatore con ampi movimenti delle braccia per poi lanciarsi verso di lei con un calcio dritto verso le sue gambe. Era stupida? Perché ripetere la stessa mossa?
A metà traiettoria con i reni si diede una potente spinta verso in basso tramutando il calcio in una scivolata che iniziò ad alzare con la velocità e potenza del calcio tonnellate di terra, sangue, acqua e detriti che come una onda di fango e polvere si mischiavano con la pioggia di sangue comprendo totalmente i movimenti della ragazza e riempiendo l’aria di schifo che avrebbe reso si spera difficile i movimenti anche teleport di Iseul.
Detto ciò, dai detriti la guerriera sacra ad Athena sarebbe scattata in alto come una talpa, con le braccia aperte pronta a tentare di colpire le con dei pesanti schiaffi le tempie della combattente infernale e stordirla il tanto che bastava per cercare una poco elegante e brutale testata al setto nasale per creare gravi danni al cervello.
Di Iseul, ovviamente.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / DETERMINAZIONE (furore sacro) / ???
Stato: Danni alla schiena.
Riassunto: Subisco tentando di minimizzare solo l'AD perché telport difficile. Ma la cosa mi piace e vado in Ira Sacra e Carico (cit.)
faccio la finta di un calcio ma invece con una scivolata a velocità e potenza cosmica alzo terra e schifo che riempie per pochi secondi l'aria nascondendo i miei movimenti e dando noie a telport e movimenti (Azione Supporto: Diversivo) per poi spuntare e colpire la zombina con i palmi delle mani alle tempie per sordirla (AD) e infine darle una craniata in allegria (AF).. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
10
Emergi dalla nube, che si divide a metà in verticale come tagliata con un filo. Iseul è ancora lì, il viso sporco ma gli occhi fissi su di te e l'espressione neutra che incontra la tua in un momento di...comprensione?
Vedi nei suoi occhi lo scalpitare di chi ha sempre saputo quello che hai appena detto. Che Kyung Mi ha sempre saputo essere brutale, dura e irreprensibile, ma che forse non è mai riuscita a darle tutto. A liberare senza alcun freno quello che lei è, ogni suo grammo di potenziale.
Quell'attimo di frustrazione nella sua impronta Cosmica si scontra contro la tua e si dissolve.
Viola rossastro contro azzurro ciano.
Guerriero contro guerriero.
Concentrazione contro sorriso.
Allunghi le mani e invece del volto improvvisamente hai di fronte la sua tibia destra. Il piede sollevato verso l'alto, il corpo di Iseul è a testa in giù, posato con entrambi i palmi sul terreno. I gomiti sono piegati, sostenendo il peso del corpo come una molla carica, così come la gamba sinistra, il ginocchio portato al petto. I tuoi polsi si schiantano ai lati del gambale e la tua testata, il tuo diadema, si scontra contro il metallo con un clangore assordante e uno scricchiolio sinistro.
Senti un sibilo fra i denti, ma Iseul non perde un centesimo di secondo.
« Puoi sicuramente provare. »
La sua gamba sinistra, quella ancora sana, è avvolta di Cosmo quando cerca di sferrarti un violentissimo calcio al petto con il piede a martello, per frantumarti il plesso solare in un'esplosione. Stavolta però sarebbe il tuo corpo a scomparire, terminando il rinculo causato dal calcio direttamente faccia a terra, in mezzo al fango e al sangue.
Iseul ricomparirebbe invece al tuo posto, saltellando appena nell'evitare il peso sulla gamba danneggiata.
« Ma quella con l'eternità di fronte sono io. »Ho deciso di essere cheeki e molto breeki a questo turno. Uso teleport per ribaltarmi e subire la testata sulla tibia destra (che è ora incrinata sotto l'armatura che ha una bella crepa dove hai già colpito).▼ DM's Corner
Come [af] ti tiro un calcione ammazzante in pieno petto per teletrasportarti quindi a terra in schianto [ad - riposizionamento] e riempirti un po' la faccia di fango.. -
.
Le risate di Mat continuavano a tuonare mentre la pioggia aumentava la sua intensità.
Una derivazione del sangue del caduto? Dello scontro dei loro due cosmi che si interconnettevano semplicemente esistendo come luci che si miscelavano dopo essere passati da due prismi in sfumature di colore impossibili in natura? Semplicemente il pianeta che ha pensato che fosse incredibilmente scenografico far piovere in questo preciso momento durante uno scontro quasi fratricida?
Oh, quello che conta è che si stava divertendo un mondo la ragazza, sentendo le scariche elettriche che si diramavano nelle fibre dei suoi muscoli per apparire come piccoli bagliori dalla sua pelle e sangue in scie di stelle fluttuanti. Uno spettacolo quasi irreale considerando l’estrema materialità delle ferite, del sangue e delle membra che vibravano nel furore della battaglia.
A quanto pare le sue parole avevano dato un qualche effetto a Iseul. Comprensione, forse aveva toccato un punto nevralgico della psiche della resuscitata. Ma non era importante.
Il cavaliere di Pegaso non voleva entrargli sotto pelle con parole e concetti, non voleva colpirla nella vulnerabilità di un anima che aveva in qualche modo scelto di legarsi per l’eternità a un essere come Hades.
No. La ragazza voleva colpirla in testa, nei gomiti, plesso solare, tibie, coccige. Voleva colpirla dove era più forte e sperava che avrebbe fatto lo stesso, arrivando ai limiti e superandoli in questa battaglia.
Più in alto. Fammi brillare di più Iseul così che io possa far brillare anche te!
Il sorriso della mora si interruppe vibrando per qualche secondo, avvertendo l’oggetto che aveva appena schiacciato fra le mani troppo sottile per essere una testa, osservando mentre la sua testa atterrava sulla tibia coperta dalla surplice come la coreana aveva invertito istantaneamente la sua posizione nello spazio, più che annullando l’attacco direzionandolo verso una parte meno vitale. Davvero una mossa furba.
Velocemente vide come l’altra gamba stava per piombare sul suo petto in una posizione che non pensava di dover difendere in quel modo e in quella maniera. Con entrambe le braccia lontane dal petto, Matar cerco di concentrare il suo cosmo nella zona dell’impatto alle bene e meglio, sfruttando i pochi attimi di secondo che aveva.
Bastarono per non rendere il colpo forse mortale, ma non per non incrinare il pettorale della sua armatura di bronzo, probabilmente incrinargli qualche costola e… sbatterla di faccia a terra? Il veloce cambio di luce nella sua retina e l’orientamento del suo orecchio interno fecero andare in tilt il cervello prima di sprofondare con l’energia cinetica del calcio indirizzata verso tutta altra parte. Il suo corpo sprofondò creando un piccolo cratere mentre naso e bocca si riempirono di detriti e terminando quella risata.Puoi sicuramente provare.
Ma quella con l'eternità di fronte sono io.
La risposta della sua avversaria spiegava, se non le sue motivazioni, almeno una realtà che effettivamente Mat non aveva pensato. Essendo una guerriera di Hades, teoricamente non poteva morire. Essere sconfitta magari, ma non morire.
Una bella gatta da pelare – pensò la ragazza letteralmente nuotando nella melma mentre parte del suo corpo gli chiedeva di fermarsi perché non poteva andare avanti e l’altra parte anche se ancora abbastanza integra gli dava corda per un naturale istinto di autoconservazione. Tutto molto giusto, ma fremendo contro le ossa rotte del petto e mischiando il suo sangue con l’humus del terrenno, Matar aveva deciso di non dargli ascolto.
Il suo cosmo come una lampadina nascosta sotto lo sporco continuava a brillare di luce stellare, e telepaticamente ogni essere vivente capace di raziocino nella zona avrebbe sentito la risata della ragazza che non riusciva a essere contenuta.
Oh si, il suo avversario era forte, mobile e non meno resistente. Come poteva non divertirsi un mondo? Continue scariche di energia permearono i suoi arti, pronti a scattare per il prossimo attacco. Aveva una idea per poterne uscire, anche se era una pazzia.
Poi, come una esplosione, il terreno si alzò in quello che inizialmente sembravano ali ma che in realtà si rivelarono essere centinaia di piccoli raggi di luce cosmica azzurra. Questi raggi come piccole stelle cadenti si espansero a trecento sessanta gradi tutto attorno al cratere per non dare un punto di riparo Iseul, tentando di investirla e fargli perdere una qualsivoglia possibilità di coordinazione con i suoi teletrasporti e movimenti rapidi.
Contemporaneamente a questo show caotico, Mat uscì fuori dal cratere come una cometa irregolare, armata di un ghigno enorme di felicità che si sposava male con un viso sporco di fango, sangue e terriccio. Correva alzando ai sui lati nuvole di condensa della pioggia e umidità nell’aria, e a pochi metri dal cavaliere risorto, il santo di Pegasus convoglio il suo cosmo sotto le suole dei suoi gambali letteralmente iniziando a galoppare in aria a velocità supersonica per andare dietro al suo avversario non curandosi della accelerazione sui suoi legamenti.
Vediamo allora chi molla prima: Io o l’Eternità – sussurro ridacchiando al suo orecchio, mentre le braccia del maschiaccio avrebbero tentato di agguantare da dietro la schiena Iseul a cui sarebbe seguito un pesante supplex all’indietro per cercare di spaccargli la colonna vertebrale sul terreno.
「 ROLLING CRASH 」
Non gli importava se la mossa fosse andata a buon fine, però. Si, sentiva la stanchezza ed era ben cosciente che non poteva andare avanti in eterno. Ma Iseul non era un dio: non poteva morire, ma non era invincibile.
Doveva solo continuare a picchiarla fino a quando non si sarebbe stancata di guizzare avanti e indietro per il campo di battaglia.
O fino a quando avrebbe deciso di fare davvero sul serio.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / DETERMINAZIONE (furore sacro) / ???
Stato: Danni alla schiena, alle caviglie e al petto, inizio di stanchezza.
Riassunto: Rimango scema per il cambio improvviso di posizione di Iseul e tento di difendermi dal calcio concentrando il cosmo nel petto (DIF) ma colpisce comunque a fa male incrinando la cloth e incrinando più di una costola. Poi subisco il telport e finisco tipo Yamcha in un piccolo cratere nel fango e nel sangue e altre cose brutte ma sai che c'è? La cosa mi diverte.
Quindi imito Shin Godzilla sparando raggi di cosmo grezzo a 360° per coprire ogni possibile manovra del pony zombie (AD) e poi spunto fuori com un fungo dirigendomi verso di lei. Però uso il cosmo per creare piccole esplosioni sotto le mie gambe per acceleare all'improvviso e superarla di scatto (DIV) e poi le vado dietro e giù di supplex con il ROLLING CRASH senza lancio in aria (Tecnica - AF).
Edited by eden_ST - 13/4/2024, 21:05. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
11
Scintille di Cosmo azzurro esplodono e le braccia di Iseul si mettono automaticamente a difesa del viso e del petto, il suo Cosmo rosso brilla inquietante. Fa un salto indietro sfasando nella realtà, ma le microesplosioni stavolta sono troppe. Se fossi lucida, forse leggeresti nel suo viso un lievissimo attimo di confusione quando una deflagrazione la colpisce in entrata e una all'uscita, e il dolore la destabilizza. Non è riuscita a cogliere quell'istante fondamentale contro così tanti attacchi tutti in una volta. Forse si stava preparando a farlo e non ha letto l'offensiva nel modo giusto.
Si difende dal resto in un turbine di Cosmo, lasciando andare un espiro rabbioso. Il suo viso scatta per guardare oltre la sua spalla quando le sei addosso, e stringe i denti. Non ha modo di reagire alla tua vera offensiva quando essa parte e le tue braccia afferrano il suo torso in una morsa. Tutto il respiro abbandona il suo corpo di scatto e il suo mondo si ribalta.
Insieme al respiro, un grido rabbioso lascia andare una deflagrazione cosmica dalla schiena, disintegrando parte del terreno in una nuvola di fango sanguinante e vapore acqueo. Il dolore all'impatto col terreno le toglie il fiato, ma ha attutito qualche parte del danno.
Non si dà neppure il tempo di un respiro, anche perché non riuscirebbe a trarne. Tira un calcio con la gamba sana verso la tua tempia sinistra, ma scompare appena prima che esso si risolva. Riappare invece sopra di te, in volo a diversi metri.
Il pugno sinistro è avvolto di Cosmo e riconosci quella posa. Quel modo di caricare il braccio, di raccogliere il Cosmo attorno ad esso. Se le sua costellazione potesse brillare con lei, lo farebbe. Se potesse chiamarla, griderebbe, ma a rispondere è solo qualcosa di oscuro e terribile.
Il lampo cessa e il tuono rimbomba. Gli occhi di Iseul sono colmi di frenesia e furia, e da quella distanza non riesci a vedere bene...ma forse, sulle sue labbra?
FALL FROM GRACE[ CELERIS COMET ]
La Cometa di Equuleus è un singolo colpo, ma non c'è alcuna traiettoria. Il pugno di Iseul, avvolto di rosso, semplicemente riappare davanti a lei e l'esplosione cosmica avviene esattamente a un soffio dalla tua armatura. Insieme ad esso, tuttavia, avviene un nugolo di esplosioni più piccole e ravvicinate, che avvengono ognuna in un punto diverso da quello che ti aspetteresti da ogni direzione.OUCH! Non riesco ad evitare del tutto il tuo attacco debole, e riesci a prendermi. Per difendermi faccio deflagrare del Cosmo dalla schiena, attutendo un po' l'impatto col terreno ma una suplex è una suplex.▼ DM's Corner
Finché sono lì a boccheggiare ti finto un calcione in testa come [azione di supporto: diversivo] per spingerti alla difesa e mi teleporto in cielo a un centinaio di metri da te per tirarti una variante dell'Equuleus Ryusei Ken. E' sì un singolo colpo [af], frontale, che quando ti investe esplode anche in un tripudio di miccette teleportate tutto intorno a te.. -
.
Vedere Iseul cosi in difficoltà mentre tentava di divincolarsi alla pioggia di micrometeoriti di cosmo era una gioia, cosi sentire il suo corpo vibrare mentre lo scorrere del suo cosmo scarlatto di concretizzava in un airbag per salvarsi in parte dal supplex.
Il sangue, il fango e l’acqua si alzava a rallentatore attorno a loro, con il sesto senso pienamente risvegliato nella comprensione di ciò che stava accadendo, portando la battaglia a livelli alti, sempre più alti, accompagnati dalle risate acute e piene di felicità e vita di Mat.
A occhi chiusi e senza il rumore di pezzi di metallo, scintille, esplosioni e ossa rotte, qualcuno avrebbe potuto scambiare quei suoni per dei bambini che giocano sotto la pioggia di una giornata d’estate.
Ahahahah… che ne dici, sorellona? - disse ridacchiando mentre si rimetteva dritta con terribbili scricchiolii di vertebre che non dovevano essere in quella posizione - Questa me la ha insegnata il mio papà quando ero piccolina. Okay, non avevo il potere di farla alla velocità del suono e spaccare gli atomi ma comunq…
Con la coda dell’occhio, il calcio era vicinissimo alla tempia sinistra del suo viso mentre stava finendo di raccontare l’aneddoto. Di base voleva dire che concettualmente era la stessa mossa ma con più potere ma a quanto pare non gli interessava molto.
Istintivamente alzò l’avambraccio sinistro per parare il colpo, a quella distanza non avrebbe avuto tempo per poter fare niente e il suo corpo allenato era abituato a farlo prima ancora di pensare. Non che la cosa avesse senso con un avversario che non seguiva le naturali leggi dello spazio.
Il mancato impatto fu seguito rapidamente dal leggero cambio di luce proveniente dall’altro, con la debole luce del giorno che tra le oscure nubi riesce comunque ad arrivare a terra, in una piccola eclissi che mostra Equulus piombare su di Pegasus.
Ah, quella posa…[...]
Non la aveva vista il primo giorno di addestramento, dove Kyung mi le aveva dato il primo pugno alla sua assurda motivazione che sarebbe poi diventato un mantra.
Non il secondo dove gli esercizi fisici impossibili anche per un adulto li avevano portati tutti allo stremo con la spiegazione che si poteva sintetizzare (anche se la maestra era già stata decisamente sintetica) in “rafforzare il corpo per poter sopportare il Cosmo”.
Non il terzo, il quarto o il quinto.
Dopo tre settimane di lezioni, osservando come nessuno aveva gettato la corda, la donna coreana indicò infastidita un enorme masso ed eseguì il Meteor Fist. Una mossa semplice, grezza, una tavola bianca dove imprimere se stessi e ciò che si è.
Era un modo possibilmente per spaventare ancora di più gli addestrandi, ma se possibile aveva infiammato ancora di più i loro animi. Specialmente di Mikos e Mat che passarono il successivo mese a provare a ripetere la mossa anche senza aver risvegliato la benché minima scintilla di cosmo.
Il giovane greco e la ragazzina passavano la notte a prendere a pugni dei sassi, ma si ritrovarono quasi subito con escoriazioni e dita rotte. Mikos si chiamò fuori alla cosa dicendo che comunque era vicino ma voleva affinarsi con l’addestramento normale, piccola scusa per salvarsi la faccia con l’amica.
Ma Mat continuava. E avrebbe continuato anche se non tutte le notte per il resto dell’addestramento fino al giorno nella gola, dove ci sarebbe riuscita.
Perché la sua amica era in pericolo?
Perché era il momento giusto?
O perché…[...]
… il suo cuore batteva cosi forte in petto come il suono di mille tamburi che andavano miracolosamente a tempo. I suonatori erano tutte le parti della sua anima, della sua mente e del suo corpo, la sua stessa essenza che non riusciva a contenere la gioia e l’eccitazione.
Mat non era ipocrita. Credeva davvero di voler lottare per la pace del mondo, Athena e ogni persona che aveva dietro le sue spalle. Sapeva di essere una delle persone che si ergevano fra la Vita e la Morte di centinaia se non migliaia di persone.
Ma dio santissimo, perché tutti trattavano la cosa come se fosse un così grande fardello? Una cosa cosi seria? Il panettiere non canticchia mentre inforna? La casalinga non parla con le amiche mentre stende i panni? I bambini non scherzano mentre imparano a scuola?
Lo sguardo di Mat rivolto verso l’alto si incontrò con quello di Iseul che guardava a terra.
Guardi che raccontavano storie, esperienze, vie diverse, tragedie, tradimenti. Ma negli occhi e nelle espressioni di entrambe, anche sotto una diversa bandiera, anche sotto diverse motivazioni, si poteva osservare finalmente una connessione di due anime che si incontrano nel loro essere se stesse.
O almeno, era così per Mat.
Il braccio sinistro rimase alzato mentre il busto del cavaliere di Pegaso ruotò sulla colona vertebrale mentre i piedi si imprimevano nel terreno fangoso che iniziava a ribollire dalla semplice determinazione e gioiosa furia della ragazza. Il pugno destro fremeva ventre cariche di lampi cosmici creavano piccoli archi tra le fratture di corazza e pelle.
Lo sguardo, sempre rivolto verso l’alto. Sorridente in maniera maniacale.
Lottava per gli altri. Lottava per Atena. Voleva tornare dai suoi amici e dalla sua famiglia.
Sarebbe tornata e avrebbe vinto. Ma tutto questo non perché lei non voleva morire no.Oh Atena, vivere per la Giustizia e gli altri è bello.
ED È UNA FIGATA ASSOLUTA!!!
Non para il corpo.
Lo lascia passare nelle sue difese per avere finalmente Iseul è a giusta distanza, senza che possa sparire o fare i suoi trucchetti.
Il sorriso non scompare ma se possibile aumenta ancora di più appena sente l’energia cosmica scarlatta a forma di pugno impattare con la sua faccia con le esplosioni che iniziano a fratturare l’armatura di Pegaso che era rimasta tutto il tempo a suo fianco emanando solo l’emozione del “evvai, finalmente ci si diverte!!!”.
E sarebbe aumento ancora di più quando, contemporaneamente, un secondo pugno di energia azzurra avrebbe tentato di ricambiare la cortesia con un egualmente forte pugno sulla faccia della coreana risorta.RAISING TO THE HEAVEN
「 COMET FIST 」
Il corpo della ragazza mediterranea era al limite, con l’armatura letteralmente un colabrodo e non capendo come non avesse perso la mascella e stava solo sul punto di collassare e non morire sul colpo, ma continuava a sorridere.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / DETERMINAZIONE (furore sacro) / ???
Stato: Danni ovunque, armatura a brandelli, faccia probabilmente mezza andata. Stanchina.
Riassunto: Contrattacco il Comet Fist con un Comet Fist.
Mi faccio tanto male ma che fai, te ne privi?
Edited by eden_ST - 18/4/2024, 21:16. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
12
L’azzurro del cielo e il rosso del sangue.
Combattere per difendere, combattere per lottare.
Lo scontro fra i vostri poteri rompe le nuvole, le grida dei vostri Cosmi spaccano la terra ed evaporano il sangue in polvere che turbina attorno a voi quando i vostri colpi vi travolgono.
Le vostre armature cedono in più punti dove eravate già state colpite e i vostri corpi vengono dilaniati dove esse non possono proteggerle.
Iseul è ancora in cielo, un attimo prima che la gravità faccia il suo corso per accoglierla. Le sue ferite sono estese, e la tua mente troppo annebbiata per capire chi fra voi due sia messa peggio. Sei a terra, di schiena. Un attimo di pace e silenzio viene condiviso fra voi, quello di due guerrieri che vivono per questo. Per questi attimi di follia e profonda intesa.
Vedi una donna che assomiglia a Kyung-Mi senza esserlo guardarti con orrore estremo, con l’ultimo sguardo che una madre darebbe alla propria figlia. Paura.
Vedi Kyung-Mi che è tua madre senza esserlo guardarti con l’ultima espressione che vedresti su quella figura fredda e altera. Amore.
Sai che in quell’istante, anche lei ha visto qualcosa di te.
È il tuo istinto a raggelarsi per un attimo quando ti accorgi che il lasso di tempo non corrisponde a quello che dovrebbe aver fatto cadere a terra anche Iseul. Un brivido freddo quando ti accorgi che attorno a lei, il suo Cosmo pulsa e si riforma in strali sconnessi, come piccoli singulti che si fanno sempre più brevi.Si racconta che, al momento in cui il sangue sgorgò dal collo di Medusa, a nascere furono due destrieri.
Pegasus dalle grandi ali, portatore di fulmini.
E Celeris il più rapido al mondo, mai ricordato.
Un’eterna gara nel manto stellato tra chi solca il cielo e chi cavalca la terra.
Le pulsazioni del Cosmo di Iseul si fanno sempre più rapide fino a sfumare in un’ombra confusa e per frazioni di istanti, la gravità non la tocca. È sospesa in cielo, mantenuta in quella posizione con una serie di minuscoli teletrasporti continui e la polvere viene catturata da un vortice casuale mentre ti guarda.Equuleus in volo. Pegaso a terra.
Il braccio sano riappare, ma stavolta qualcosa di lungo la completa. La tua armatura vibra su di te e hai di nuovo quella sensazione di sbagliato, di profondamente orrendo quando vedi il lungo spadone che Iseul sta reggendo con una mano. È sproporzionato rispetto a lei, come se fosse calibrato su qualcuno di più alto e la lunga elsa è lunga quasi quanto l’avambraccio.
Impugnare armi, l’anatema della dèa.
Iseul impugna e quella posa non è la sua quando sfrigola in qualche frammento prima di riassestarsi, e stavolta lo vedi. Un sorriso enorme, estatico, folle come il tuo.
« Voglio combattere ancora, Mat. »
炼狱湮灭绝斩
](liànyù yānmiè jué zhǎn)
JUDGEMENT CUT[ CELERIS RAPTURE ]
Quella serie di fendenti, traslati nello spazio per trasformare il taglio nell’atto purificato da ogni moto, finirà qui la tua storia, Mat.Manoi abbiamo già visto com’è andata a finire.
Tanto tempo fa.
E no, non finisce qui.
E una risposta alla tua invocazione arriva. La voce di Athena non ha parole, ma infiamma il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi muscoli e il tuo Cosmo arde come mai mentre sfondi il limite di quello che è possibile, ed entri nel reame di ciò che è fantasia.
VideoMa devo anche dirti cosa fare contro una tempesta di fendenti Grado VII da cui dovresti uscire ammazzata accisa? Consideralo un Fulmine di Pegasus, ma fatto con un’arma molto rossa, molto brutta e molto Grado VII. Danni da taglio e tutti teleportati a distanza zero mentre lei si tiene in aria per pura forza di rabbia.▼ DM's Corner
Oltre a Ultimo Sforzo ti becchi anche il Favore di Athena, perché sì.
Edited by ~S i x ter - 18/4/2024, 17:26. -
.
Il prato era soffice, leggermente umido di rugiada ma il caldo Sole dell’estate aiutava a rendere la ragazza molto rilassata, felice, mentre il cuore le batteva ancora forte in petto come dopo una lunga corsa.
Ci voleva solo un po’ di frutta, magari una bella mela da sgranocchiare come spesso le trovava al mercato e quella signora sempre molto gentile ne offriva quanto l’albero era stato generoso. Tocca la terra, sente il fango. Sente il freddo. Sente il sangue.
Il cielo non è azzurro, le sue membra sono martoriate e solo i suoi muscoli, pelle e pezzi di armatura che per qualche strano caso sono ancora integri riescono a tenerla insieme. Il cosmo fa quello che può ma fa male, eppure non sapeva se fosse quella messa peggio.
Iseul era in alto, fossilizzata in quell’attimo di concentrazione che i guerrieri hanno, di rallentare nella loro mente il tempo per poter visualizzare ciò che gli serve. Forse anche per questo capita che sanno apprezzare i momenti che passano inosservati, quegli istanti tagliati nel montaggio delle nostre vite, frame che corrispondo ad attimi di vita.
E vede. Vede Iseul. Vede Kyung Mi al contempo spaventata e fiera di lei.
Forse vede anche sua madre, suo padre, i suoi amici, compagni. Vedere il cielo coperto di nubi, vedere qualche raggio che cerca di passare, vedere le gocce di pioggia che gli bagnano il viso e le labbra come casti baci.
Vivere al limite per poter vedere davvero la Vita nella sua giusta posizione, dopo aver fatto ciò che solo tu puoi fare. Destino, scelta, karma, come lo vuoi chiamare.
Vedere... vedere… Iseul che non cade?
Il sangue si raggela più di confusione che di paura, un normale istinto chimico all’inaspettato (un eroe èqualcosa che non ti aspetti) alla visione della ragazza seriamente ferita ma sempre nella stessa posizione. Le polveri e la pioggia attorno a lei creano una aura scarlatta che glitchia come una gif tagliata male che svela il trucco.
Vola continuando a teleportarsi, sempre più velocemente con il suo cosmo che pulsa in maniera contorto e folle, in una caduta di grazia perenne.
Ma la cosa che davvero fa risvegliare del tutto Matar è ciò che ha in mano, ciò che stringe mostrando fino in fondo quanto ha voluto tagliare con ciò che era. Anche ora che si era ammantata di una armatura infernale e viveva nella morte.
Pegasus fremeva in quel senso di sbagliato e anatema, di blasfemia ma al tempo stesso familiarità. Un ricordo di un’emozione. Un ricordo di un compagno?
Aveva gettato tutto alle sue spalle in questa costante caduta veloce, sempre più veloce, per essere ciò che era, Celeris cosi facilmente dimenticato. Celeris nato nel sangue della gorgone esattamente come Pegasus, ma ora invertiti con lui in cielo e il destriero di Bellerofonte disteso nel fango che lentamente cerca di rialzarsi non riuscendoci, strutturalmente incapace di muoversi.
E nonostante ciò, aveva il sorriso più bello del mondo.
Un sorriso folle ma libero, estatico, di chi forse per la prima volta stava davvero brillando, oppure non voleva smettere di farlo. Un sorriso che chiedeva di continuare a combattere, di giocare insieme ancora per un po’. Un altro minuto, un altro pomeriggio per favore mamma.
La spada iniziò a danzare intorno a lei, tagliando lo spazio stesso che si apre come una ferita attorno alla guerriera di Pegaso che solo ora si stava alzando debolmente, inginocchiata sul terreno in un lago di sangue la cui fonte erano santi, demoni e peccatori.
Poteva?
「 FAVORE DI ATHENA 」
Poteva perché era successo, in passato.
Più e più volte,
Nei vortici del tempo, nei labirinti dello spazio, nel mare delle possibilità.
Pegaso poteva essere chiunque, qualunque persona, qualunque storia, qualsiasi motivazione ma una cosa era una costante, un perno che penetrava la realtà come una daga, non scritto ma cantato da mille voci.
Pegaso si rialza.
Mat sente la sua Athena lì vicina a lei, anche se non la ha mai incontrata. Vicina a chiunque li al santuario, ai primi e agli ultimi, ai santi e anche ai peccatori. Che non comanda, ma aiuta ad alzarsi e mostra le infinite possibilità di persone liberamente incatenate dai sentimenti di amore e amicizia, di pace e di giustizia.
Poteva farlo?
Eheheheh… anche io Iseul. Tranquilla che ho tutto il giorno libero! – gridò di gioia mentre le ali della dea si allontanavo da lei, in piedi e in posizione di combattimento. Una via gli era stata mostrata, quella per rialzarsi e ora doveva correre.
Evitando gli ostacoli.
Quella armi sono impossibili da rompere e i loro tagli sono affilati… ma deviarli?
Trovando la forza.
Brucia mio cosmo.
E riuscendo, nonostante tutto. Non perché è l’ultima di una saga, ma la prima della sua storia che non finirà oggi.
「 METEOR FIST 」
Centinaia di pugni vengono sparati alla massima velocità possibile attorno a lei, colpendo le lame per far deviare i loro fendenti. La distanza, la forza e i danni non permisero mai nella vita di annullare il colpo, ma non era importante. Doveva solo mantenere una forma quanto più umana possibile e non trasformarsi in un macinato di carne che si trova dal macellaio.
Urlava con un misto di fervore e dolore che ormai neanche il cosmo riusciva più a contenere, ma alla fine anche se coperta di ferite e tagli e con le mani completamente spolpate e sanguinolente fino all’avambraccio, poteva ancora respirare.
Poteva ancora lottare.
Poteva ancora ruggire.
Poteva ancora brillare della luce delle Tredici Stelle.
… è il nostro momento di splendere davvero, sorellona - Disse acquattandosi sul terreno con fare predatorio e il sorriso sporco di sangue e bile, osservando la sua preda, nemica, sorella, amica, se stessa, ombra, anima gemella di quell’istante di guerra. I tendini che cadevano a penzoloni dai suoi polsi erano redini e brillando di luce celeste riempirono l’aria oscurando il cielo vermiglio con una volta azzurra.
Lampi di luce, cosmo ed elettricità partivano attorno a lei spaccando la terra mentre qualcosa che non poteva accadere, che andava contro ogni legge fisica di conservazione dell’energia e della logica umana e divina stava accadendo.
Mat saltò verso l’alto. No, saltare non sarebbe stato corretto: galoppava volando ricoperta di cosmo mentre ali si aprivano sulla sua schiera per raggiungere Celeris. Non perché voleva spodestarlo dal cielo ma perché voleva volare come insieme a lui.
Immagini di una ragazza perfettamente integra con l’armatura lucidata e brillante si intercalavano a quelle della ferita e distrutta dalla battaglia santa di Pegaso, come se niente fosse accaduto, come se la battaglia fosse appena incominciata.
Brillante, sorridente, immersa nelle risate.
「 BELLEROPHONTE 」
Come una cometa, avrebbe tentato di colpire la guerriera di Hades con una craniata, dato che le mani non potevano essere utilizzate in alcun modo, per poi esplodere in una deflagrazione cosmica in aria, liberando il cielo dalle nuvole e mostrando il cielo azzurro.Matar | Pegasus (III) | Energia: Blu
Abilità: INTEGRITA' (resistenza str.) / DETERMINAZIONE (furore sacro) / GIUSTIZIA (favore di athena) / PERSEVERANZA (ultimo sforzo)
Stato: Danni ovunque, armatura a brandelli, faccia probabilmente mezza andata, mani totalmente andate. Hypata grazie a "ultimo sforzo".
Riassunto: Cerco di difendermi dai fendenti non bloccandoli ma deviandoli a distanza zero con un Meteor Fist, riducendomi le mani in polpette. Poi tento un ultimo attacco simil kamikaze con un Bellerophonte concretizato in testa (Ad) + esplosione (AF) a Iseul. Poi penso che muoio o vedo vicino.
Edited by eden_ST - 19/4/2024, 01:05. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
INTERLUDE...▼ DM's Corner. -
.
Plic
Plic
Il sangue cade dalle foglie, raccogliendosi in pozzanghere tra le radici degli alberi. Le piante cresceranno distorte e strane per mesi e mesi dopo che il suolo ha bevuto quel sangue innaturale. L'aria di pioggia e sangue alieno è stata spazzata via, e l'odore distinto del sudore e del sangue umano aleggia nell'umidità.
Giaci a terra. Il tuo corpo, animato dall'indomito fuoco umano ha finalmente ceduto sotto la stanchezza, sotto i colpi del nemico, sotto il tuo stesso ardore. Un contenitore ancora troppo piccolo e troppo fragile per incapsulare l'enormità che ti porti dentro. Ogni singolo atomo del tuo corpo è composto da sangue e dolore. Respirare è un'agonia incomprensibile. Dove fino a qualche minuto fa c'era furore e forza, ora c'è solo vetri rotti e dolore. Non pensavi che il corpo umano potesse spingersi così oltre. Così al di là della soglia. Una qualche volta hai sentito dire che ci sono dei limiti mentali che impediscono alle persone di distruggere il proprio corpo ad ogni gesto. La prima parte di un addestramento di un Santo di Atena è oltrepassare questi limiti. Andare oltre concetti vuoti e inutili come "non si può correre veloci come il suono" o "non si possono distruggere le rocce coi pugni". No, hai gettato questi concetti alle tue spalle già da un pezzo. Hai oltrepassato altro. Hai genuinamente rischiato di morire.
La tua armatura è quasi irriconoscibile. Non sai dire se è il sangue coagulato a mantenere i frammenti adesi al tuo corpo o se sono solo appoggiati, e al tuo primo movimento tutto scivolerà via come neve. Il fango freddo gela la tua schiena.Plic
plic
Iseul è accanto a te. Respira lentamente. Ti sembra quasi di sentire il suo cuore battere tanto il suo petto vibra. Come per te, anche il suo corpo sta cercando di rimettersi in pari con tutto quello che è stato fatto. La sua mano stringe ancora la spada, ma non come se avesse ancora intenzione di combattere. Per qualche arcano motivo, Iseul sembra semplicemente contenta di tenerla in mano. Con la coda dell'occhio, vedi il volto di Iseul. Sta sorridendo.Poi lo senti.
Un nuovo cosmo. Il tuo cuore salta un battito. Qualcosa è apparso, vicino a te. Questa nuova energia sembra eguagliare più o meno la tua e quella di Iseul in estensione, ma è differente. Incredibilmente differente. Si abbatte sulla zona come una cappa tossica, furente, malevola. L'energia di Iseul l'hai provata sulla tua pelle. È battaglia, è furia, è determinazione. Sai benissimo che è una guerriera traditrice di Athena, che si è votata ad Hades per ragioni che non puoi nemmeno comprendere. Eppure è pura.
Autentica.
Questo cosmo è morte.
Il tuo corpo urla di scappare. Il tuo cuore martella nel petto mentre quella donna dall'armatura rossa è comparsa dal nulla di fronte a te. Riconosci la sua armatura, seppure nella forma generale. Esiste una sola armatura con due scudi sulle braccia. Di fronte a te hai un cavaliere d'oro risorto. Qualcosa che è salito immensamente più in alto di Iseul per poi cadere. Come un oggetto che cade da più in alto ha più tempo per incendiarsi nell'attrito con l'atmosfera, la donna in rosso di fronte a te brucia di morte. Il vostro scontro ha scacciato la tempesta le nubi, eppure il suo lungo mantello danza con un vento che non esiste. Refoli maligni accarezzano la tua pelle martoriata.
Un pegaso degno di questo nome. Problematico. - La sua voce è dura. Infinitamente seria. Tagliente come la lama che Iseul sta ancora stringendo, dello stesso colore dell'armatura che indossa. Quello è il momento in cui puoi realizzare che COSA hai appena deviato. Avanza verso di voi. Il tuo corpo cerca di agire, di colpire, di correre via.
All'ultimo istante la donna vira verso Iseul, sovrastandola con la sua grande altezza. Iseul la guarda, senza diminuire il sorriso. Anzi, forse si allarga un poco. La donna in rosso si china e con delicatezza prende in braccio Iseul, il fango che lordava la ragazza cola via mosso da correnti invisibili. Il suo sguardo si sposta sul volto di Iseul, e puoi vedere come la sua espressione glaciale muti in una gentile, materna quasi.
Bambina mia, hai finalmente capito cosa intendevo? Una guerra che non ha fine. Ferite o malattia non ti fermeranno. L'eternità per affinare l'arte dell'uccidere. Tutto questo è tuo ora. - Iseul annuisce piano, stringendo ancora la spada che ciondola assieme al suo braccio. La lama si anima, scivolando via dalla sua presa e galleggiando a mezz'aria. Oscilla per un istante, poi con uno scatto danza in aria ponendosi orizzontalmente alla tua gola.
La storia ha la sgradevole abitudine di ripetersi. Di sicuro gradiranno la sua anima prima che qualcosa di spiacevole accada. - Il filo preme contro il tuo collo.
N...o. - La voce di Iseul è debole, appena percepibile. In braccio alla donna, non si muove. Sta solo guardando il cielo azzurro che si estende sopra di lei, incurante. La donna sposta lo sguardo nuovamente su di lei. La pressione sul tuo collo si allenta lievemente.
Voglio...combatterci...ancora - La donna inclina il capo - Voglio combatterci ancora. - Ripete Iseul, lievemente più decisa. - Mi sono divertita. - Nella flebile voce di Iseul c'è una sincerità disarmante. Quella di una bambina la cui madre è venuta a prenderla dopo una giornata dalla sua amica.
La donna rimane in silenzio per un lunghissimo istante, per poi guardare in una direzione specifica oltre gli alberi con un'espressione di sdegno e disappunto. La lama si scompone in tasselli che scivolano l'uno sull'altro, diventando poco più di una grossa daga che vola verso il retro del polpaccio dell'armatura della donna, dove si aggancia con un sibilo.- Come vuoi, 딸 . Avrai altre occasioni di ucciderla. Io ho appena perso la mia.
. -
.ATTO I
Bullet the Blue Sky
Erano tempi difficili, come sempre del resto negli ultimi dodici anni. Tempi bui per l’intera umanità, che i Cavalieri di Atena non erano riusciti a proteggere come avrebbero sperato. I Santi avevano fatto il possibile, salvando vite ogni volta che potevano, ma non era stato abbastanza. Loro stessi, seppur fossero così forti da poter smuovere letteralmente le montagne, avevano sofferto, erano stati sconfitti e molti non vivevano più su quella terra per cui si erano sacrificati.
Riusciremo mai ad avere un giorno di pace?
Quel pensiero lo attanagliava ormai da tempo, perché non passava giorno in cui qualcosa andava storto o qualcuno scompariva nel nulla inghiottito dalla Corruzione. E quel momento non era diverso, perché Bartolomeo era stato avvisato da Aleksander – l’attuale Lawos del Grande Tempio – che una dei più promettenti Cavalieri di Bronzo era in pericolo. Non che la vita dei guerrieri di Atena fosse semplice e priva d’insidie mortali dietro ogni angolo, ma ogni tanto una pausa dalle catastrofi sarebbe stata anche gradita. E invece no, perché Matar – quello era il suo nome – sembrava portare con sé la maledizione (o la benedizione?) che aleggiava sull’Armatura di Pegaso sin dai tempi del mito. Per qualche motivo, quella Cloth e il suo possessore erano da sempre temuti da alcune Divinità, che sembravano fare a gara per rendere la vita del Cavaliere il più breve e sofferente possibile.
Non possiamo permetterci di perdere nessun’altra vita.
E farò di tutto per proteggere i miei Cavalieri.
Quel pensiero di ritrovata positività e ferma determinazione lo accompagnava mentre recuperava l’Anello di Teiwaz da Elena e indossava l’Armatura del Toro. Era una preparazione alquanto seria per gli standard di Bartolomeo, quindi doveva essere accaduto qualcosa d’importante.
Ele, devo prendere in prestito l’anello.
Lo riporto subito, promesso.
Sorrise alla donna della sua vita come se fosse la prima volta che la incontrava, in quel modo tutto speciale che era tipico del loro rapporto così stupendamente complesso. Lei, però, non si faceva più rabbonire dai suoi sorrisi e capì immediatamente che qualcosa non andava. Non lo diede a vedere, perché era pienamente conscia di aver scelto l’uomo più in pericolo e altrettanto pazzo del mondo, ma sapeva che quella sua partenza improvvisa indossando l’anello del teletrasporto nascondeva nulla di buono.
Stai attento, mi raccomando.
Se sei nel dubbio, fai quello che farebbe Rigel.
Quel riferimento all’amico lo rese inaspettatamente felice, quasi riuscì a svoltargli l’umore, e ricambiò il favore di quel breve momento di spensieratezza con un bacio sulla fronte della donna. Ormai vivevano di momenti come quelli, felici ma fugaci, e cercavano di aggrapparsi a ogni cosa positiva che poteva accadere nella loro vita. Anche una semplice battuta.
È lui l’Eforos, non io.
Lui ha scelto di essere saggio, ma io no.
Oh oh oh.
Quanta verità in quelle parole, e quanti decibel in quella risata. Bart s’infilò l’anello e uscì dalla Seconda Casa in un istante, scrutando il cosmo per indirizzare il teletrasporto nel luogo corretto.
Ma, quindi, cos’era successo?
Oh beh, i timori del Lawos erano fondati e il Cavaliere di Pegaso era davvero in pericolo. Un pericolo serio, forse era in fin di vita, forse stavano perdendo un Sacro Guerriero ancora prima di poter gioire a pieno della sua investitura. La rete di comunicazione del Grande Tempio l’aveva avvisato immediatamente, anche se lui aveva già percepito in lontananza qualche distorsione nel potere delle stelle. Non poteva esserne sicuro pochi minuti prima, ma il messaggio che gli era giunto telepaticamente non lasciava dubbi. Matar doveva trovarsi da qualche parte ai confini della Georgia, e stava per affrontare qualcosa o qualcuno che avrebbe potuto strapparle la vita in qualsiasi momento. Forse era anche in inferiorità numerica o, per lo meno, cosmica, perché i poteri in ballo erano troppo sbilanciati contro di lei. Lui solo in quel momento poteva avere la forza di fermare l’inevitabile, e certamente non si sarebbe tirato indietro.
Il Gran Sacerdote chiuse gli occhi e, come sempre, il teletrasporto fu istantaneo.
In un attimo non era più alla Seconda Casa, ma si materializzò al limitare di una sconosciuta linea degli alberi in quel luogo mai visto prima.
La sua figura imponente, tutta rivestita dall’oro della sua Armatura Divina, avanzò senza esitazione verso la direzione in cui percepiva il cosmo della guerriera. La sua andatura era decisa, il collo scrocchiava da una parte all’altra come un mantra già ripetuto più volte, ma il suo spirito era placato nell’incedere perché non c’era alcuna minaccia che potesse impensierirlo.
Ne sei sicuro Bart? Perché tutto cambiò dopo i primissimi passi.
Matar era evidentemente allo stremo delle forze, distesa a terra con una quantità di ferite di cui si perdeva il conto. Ma non era sola. Accanto a lei notò una faccia a lui conosciuta, anche lei malconcia, ma che non vedeva da tempo e che aveva quasi dimenticato. Il gigante si accigliò, perché non poteva credere ai suoi stessi occhi.
Iseul?!
Inclinò la testa verso destra senza però pronunciare quell’unica parola. La sua memoria fece uno sforzo non indifferente per ripescare quel nome dal passato – anche se, purtroppo per lui, si ricordava abbastanza bene di tutti coloro che aveva perso in quegli anni – ma non c’erano dubbi. Quella era proprio Iseul, una guerriera al Grande Tempio che era stata fra le vittime dell’Armageddon a Seoul. Ma non solo. Lei era anche la figlia di Kyung Mi, conosciuta e rinomata tra i maestri che addestravano gli aspiranti Cavalieri di Atena, nonché mentore della stessa Matar. La pensavano semplicemente morta e, forse, sarebbe stato meglio che fosse stato davvero così. Iseul, invece, non aveva solamente lasciato la sua vita terrena, ma era risorta come Spectre. Chissà se la Maestra Kyung Mi fosse a conoscenza del destino di sua figlia.
Abbiamo perso anche lei.
La considerava come l’ennesima sconfitta personale, perché per risorgere come lo Spectre di un Cavaliere di Atena, oltre che morire, bisognava anche avere volontà di farlo.
Se mai accadesse a uno dei miei figlioli...
Non terminò nemmeno quel pensiero, sarebbe stato troppo doloroso anche solo immaginare una situazione simile.
L’uomo continuò ad avanzare perché stava realizzando quanto fosse sbagliata quella situazione. Non fece nemmeno in tempo a metabolizzare pienamente quell’apparizione di Iseul, che il suo occhio venne immediatamente attirato da una chioma rosso fuoco (o rosso sangue?).
Mh.
Un mugugno deciso e gutturale nacque dal fondo della sua gola, mentre stringeva i denti per mantenere un perfetto controllo che ormai stava per incrinarsi. Non conosceva direttamente l’altra donna, non l’aveva mai incontrata in vita, ma era certamente un Cavaliere di Libra del passato e risorto con Ade. Avrebbe consultato la conoscenza e i registri del Grande Tempio, magari proprio con Rigel, perché era ovvio che avessero perso anche la donna con i capelli color sangue. Anche se probabilmente il distacco da Atena era avvenuto in un tempo ormai dimenticato del passato.
Il problema, però, non era la presenza di due guerrieri risorti al servizio di Ade o, per lo meno, non solo. Il vero problema è che una Matar decisamente in fin di vita stava per ricevere il colpo di grazia dalla Rossa. Mentre era inerme, in inferiorità numerica e praticamente senza speranze. Anche un Cavaliere di Pegaso particolarmente in grazia divina non sarebbe riuscito a sopravvivere in quella situazione di non ritorno.
Bartolomeo continuò ad avanzare, stringendo i pugni ed espandendo il suo cosmo. Doveva riequilibrare quel momento di pericolo e svantaggio, anzi, doveva imporre la sua presenza per il bene della ragazza. Non che gli dispiacesse perdere per qualche istante la sua proverbiale pacatezza, dando un solo e accennato assaggio della furia che si nascondeva dietro a quel gigante buono. Il sorriso si fece ferale, gli occhi brillavano di una follia inaspettata, sempre fissi sull’obiettivo, e tutto il suo imponente corpo era pronto a scatenare un inferno in terra.
BASTA COSÌ.
Quelle due semplici parole tuonarono in quel luogo, facendo tremare ogni cosa grazie al cosmo che si espandeva. Non era un attacco, quel giorno non poteva concedersi il lusso di liberare la furia del Toro che teneva imbrigliata dentro di se. Doveva semplicemente imporre la sua presenza, perché l’obiettivo principale era recuperare Matar e riportarla viva al Grande Tempio. Kyung Mi aveva già perso una figlia, e non doveva perdere anche un’allieva. Non c’era tempo da perdere, perché ogni secondo poteva essere prezioso. In quel momento non c’era nulla di più importante. Nemmeno un possibile scontro con quello Spectre pregno di energia oscura poteva distrarlo dal suo intento.
Si avvicinò alla guerriera di Atena, tenendo sempre d’occhio le altre due, senza mai abbassare la sua indiretta pressione cosmica. Giunto a un passo da lei, la sua espressione si addolcì, la guardò attentamente per accertarsi che respirasse e che il suo potere delle stelle non stesse svanendo per sempre. Era ancora sufficientemente viva, ma avrebbe dovuto sbrigarsi a portarla dai guaritori del Grande Tempio. Ogni secondo che passava era un passo in più verso il punto di non ritorno.
Mat, sei stata bravissima.
La chiamò con il suo diminutivo, rivolgendosi a lei con un tono e un’espressione completamente diversi dal mostro furente in cui si stava per trasformare prima.
Missione compiuta, figliola.
Adesso torniamo a Casa.
Si chinò verso di lei e la sollevò con la mano sinistra come se fosse una piuma, poggiandola delicatamente sulla spalla per evitarle qualsiasi ulteriore dolore. Quando il volto di Matar fu rivolto alle spalle del gigante, lui cambiò immediatamente espressione ritornando alla violenza malcelata di poco prima. In realtà non era una vera e propria minaccia, non voleva necessariamente intimidire nessuno, era solamente la dimostrazione del suo totale disprezzo verso ciò che stavano per fare a un inerme Cavaliere. In fondo non ce n’era realmente bisogno, era chiaro a tutti che avrebbe potuto decidere da solo le sorti di quell’incontro inaspettato. E forse, certo, era anche un modo efficace per stroncare sul nascere qualsiasi intenzione a iniziare uno scontro mortale.
Lui di certo non ne aveva il tempo, perché aveva qualcosa di molto più importante di cui occuparsi.
La sua calma omicida oppresse nuovamente l’atmosfera di quel luogo per un breve istante, come una luce accecante, solamente per il tempo necessario a voltarsi e ordinare all’Anello di Teiwaz di riportarli al Grande Tempio.
Il Cavaliere di Pegaso sarebbe sopravvissuto quel giorno, non sarebbe stata l’ennesima e dolorosa perdita per Bart. Finalmente qualcosa di buono. Quello poteva essere il primo passo verso un nuovo futuro, l’inizio di qualcosa d’incredibile, che avrebbe potuto cambiare le sorti di tutti loro.
Beh, non gli restava che scoprirlo.
BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMARiassunto:
Cucù E brava la mia PegasA!
Condizioni:
Ottime.
Tecniche:
-
Abilità:SPOILER (clicca per visualizzare)Potenza Del Toro:
[Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
Un cosmo straordinario, abnorme.
Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
Tutto questo potere si traduce nella possibilità di disgregare i legami della materia stessa per generare attacchi difficili da contrastare, oppure concentrarne gli effetti per erigere difese solidissime. Inoltre, il Cavaliere è in grado di raggiungere un’area di effetto maggiore rispetto a un guerriero di pari energia (2.500 metri a Energia Suprema) e tutto ciò che viene generato dal suo cosmo (costrutti cosmici semplici) sono da considerarsi di Durezza Straordinaria.
Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.
Orgoglio Del Toro:
[Resistenza Straordinaria]
L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
E non è finita qui.
Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]
NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA. -
.BULLET THE BLUE SKYEden_st → Pegaso
13
Ti sveglia un lieve tepore.
Gli uccellini cinguettano, il tuo cuore batte e questo è il giorno in cui otterrai l'armatura di Pegaso dopo questi lunghi anni di addestramento. Sai che ce la farai, ne sei sicura. Non vedi l'ora.
Il dormiveglia ti ha mandato in confusione, mescolando i ricordi, le frasi, le emozioni.
Apri gli occhi e ti rendi conto che hai ferite, ma non quel tipo di ferite. Bende, nulla che qualche settimana non farà sparire dal tuo corpo che ricordavi martoriato oltre ogni limite. Sei in un letto confortevole, in una camera immersa dalle luci del mattino. Una brezza calda muove le tende bianche dalla finestra socchiusa.
Non sei sola nella stanza. Tuo padre e tua madre sono addormentati: tuo padre è collassato su una poltrona, e tua madre dorme quieta semi-sdraiata sul letto, tenendoti una mano - con le dita tutte al loro posto, anche se fasciate.
Un'altra figura ti dà le spalle, impegnata a riavvolgere un rotolo di garza a un tavolo. Si volta e incontra il tuo sguardo. Vi fissate per un istante, e batte le palpebre sugli occhi verdi.
« Huh. »
« Sei sveglia. »
E' un ragazzo giovane, dai lunghi capelli corvini e i tratti giapponesi. Ha un camice bianco e leggero, e il simbolo di una coppa appuntato sul bavero. Hai sentito parlare di Hakari, al momento uno dei più probabili successori al Cavaliere d'Argento della Coppa, e uno dei guaritori più rinomati del Grande Tempio.
Sogghigna per un attimo, sembra soddisfatto di sé anche se percepisci un lieve disagio nel modo in cui scocca qualche sguardo oltre la porta della stanza.
« Wow, ti davo un'altra settimana almeno. Direi missione compiuta, tutto ok, non c'è di che! », si schiarisce la gola dal sarcasmo e torna a guardarti mentre senti l'immensa presenza di Aleksander dileguarsi, « Che dire, Matar, ci becchiamo al prossimo giro? Ho come la sensazione che dovremo stabilire un non so, "codice cretino", una tessera fedeltà. »
°Il premio alla settima volta che mi capiti in infermeria così però è che ti ammazzo io di persona.° »
L'ultima frase è diretta nella tua mente, mentre il suo volto sorride cordiale e affabile (e con due occhiaie allucinanti) mentre ti fa pat pat sulla testa e lascia la stanza con le mani nelle tasche.
« Ah e riguardo la tua armatura, dovrebbe tornare oggi dal Jamir. Dovrai passare in Prima Casa. »
I tuoi si svegliano e in pochi secondi sei circondata d'amore. Vieni a sapere che della tua armatura è rimasto quasi solo il diadema, ma anche che hai perso così tanto sangue che non c'era neanche bisogno che fossi lì durante il processo di riparazione. Tornerà più forte di prima, e più entusiasta di rivederti e di affrontare tutto.
Sei sopravvissuta, Matar.
Più forte.
Più consapevole.Non c'è caduta da cui le tue ali non ti possano far rialzare.
Il cimitero dei Saint è un luogo di pace. Una collina dolce, dove la brezza accarezza le tombe di chi non ce l'ha fatta: sono colonne, ogni centimetro di esse incise di nomi. Una per ogni Guerra Sacra. E una per i caduti, quelli che la Corruzione ha strappato anzitempo.
Kyung-Mi è in piedi di fronte a un nome, prima di cadere lentamente, molto lentamente a terra, seduta sull'erba mentre il vento soffia e porta via la polvere caduta dalla profonda incisione che attraversa il nome di Byeong Iseul, Bronze Saint di Equuleus.
E sola, circondata da nomi di chi nella morte verrà ricordato per aver dato tutto per Athena, Kyung-Mi versa le sue lacrime di fronte a quello che verrà ricordato per averla tradita.Bullet the Blue Sky
[Fine]Grazie per questa meraviglia, Ste. Non capita tutti i giorni di addestrare il poster boy, quello dei salti ne burroni e follia pura, e mi hai dato l'occasione di creare qualcosa di bellissimo insieme.▼ DM's Corner
Grazie anche a Gab e Drake per la comparsata, ho ritenuto appropriato anticipare qualcosa di glorioso
A te l'ultimo post, con calma e tranquillità..